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Convien che il cuor s'allegri e si rinfranchi e guardin l'occhi miti all'amatore: convien che vinca la Gioia al Dolore, però ch'è il tempo che dobbiamo amare. Amore, amore è la dolce stagione ch'augei rimena al nido e fiori al prato: e brilla al sole il rosso gonfalone del Maggio e giuoca all'alito odorato.

Nel condursi a casa non aveva membro che non gli sussultasse; tremava, il codardo. nella gioia pregustata di tribolare a voglia sua enti sensibili, creature di Dio. Se io affermassi che in cotesto feroce e vile intelletto non capisse desiderio di avvantaggiarsi con promozioni e pecunia, non sarebbe vero; ma siffatta passione veniva di gran lunga seconda all'altra di tormentare.

Sceso dalla stazione ferroviaria, prese il tramway della Terza Avenue e venne a trovarmi nell'ufficio del giornale in Centre Street per esprimermi tutta la sua gioia di aver percorso per lungo e per largo il vastissimo paese e per dirmi che solo a quel modo aveva potuto conoscerne tutta la grandezza e vederlo da vicino nella sua agricoltura, nelle sue industrie, nelle sue immense estensioni di terre da coltivare, nei villaggi nascenti e sopratutto nell'esercizio continuo e pacifico della libert

Non parlo della risposta che feci a Violet sull'istante. Bastava veder quei caratteri per intender la furia della mia gioia.

Le vittorie di Magenta e di Solferino non potevano cagionare ai repubblicani una gioia completa; essi assistevano alle feste delle provincie redente col volto accigliato e colla amarezza nel cuore.

Oh, vi credo, Lorenzo, vi credo. Voi non mentite mai. E il volto della fanciulla si rasserenò; le lagrime che stavano per isgorgarle dagli occhi alla pressione dell'improvviso sgomento, furono in quella vece spremute dalla gioia.

Alzor era alla Dora. Una sera di un giorno vittorioso egli aveva posto l'alloggiamento in un Santuario della Vergine. Fulgente di gioia, gloriosissimo e temuto, sontuosamente vestito, colla spada ricurva e con un pennacchio di diamanti, egli sedeva sui gradini dell'altare maggiore: gli incensi cristiani e e gli aromi insidiosissimi degli harem intorno a lui spandevano tepori e profumi: uno schiavo di Provenza suonava l'organo da flato: vampeggiavano per scherno sulle fredde lastre dei morti due grandi cataste di pino olente: danzavano seminude, procaci e velenose, o si raccosciavano sui sacri paramenti, afflosciate dalla volutt

Infatti la domenica della prima il teatro riboccava di gente e l'impresario gongolava di gioia: Gaetano, con una febbrile attivit

Quanto a , conchiudendo, Maurizio non vedeva niente di cui potesse chiamarsi in colpa. Ma proprio niente? E perchè, ad esempio, quella gioia profonda, intensa, che lo aveva tutto penetrato, ad una certa stretta di mano, lunga e forte? Dio mio, era la gioia dell'opera buona in cui erano associati. E perchè quella compassione tanto viva per la miseria dei Feraudi? Gli dovevano premer tanto, i contadini del Martinetto? Gli uomini, di solito (e si parla dei buoni, dei caritatevoli) se la cavano con una abbondante elemosina. E in questa categoria di larghezze spensierate poteva entrare, mettendoci un po' di buona volont

²⁰⁰ Archivio cit., p. 171. Che amara ironia di versi, e quale contrasto con la storia, descrivente la gioia dei Siciliani per la presenza dei Reali a Palermo! Capitolo IX. COME SI VIAGGIAVA PER MARE, I CORSARI E LA CATTURA DEL PRINCIPE DI PATERN