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Ma la presenza di una cingallegra non s’intendeva egualmente laggiù, se non immaginando molto vicina la terra. E terra vicina immaginavano i marinai, argomentando dalla presenza di quel grazioso uccello silvano in una così lontana latitudine marina. Ma non tutti la pensavano a quel modo; particolarmente i nostri due genovesi.

I Finarini, a maggior sicurezza e fors'anco ad insidia, si ritrassero sotto le mura del Borgo; i Genovesi, padroni della Marina, non ardirono di mettervi il campo, e solamente vi collocarono alcuni drappelli per invigilare il nemico.

Il colloquio dei due marinai genovesi fu interrotto dal suono della campana, che dal castello di poppa chiamava l’equipaggio alla preghiera serale. Era quell’ora che il nostro maggior poeta ha cantata con versi tanto soavemente malinconici nelle celebri terzine del Purgatorio: Era gi

Per comando dell'illustrissimo capitano generale dei Genovesi, messer Pietro Fregoso, vi è intimata la resa; disse l'araldo; fatelo, e sia pel vostro meglio; se no, tra due ore si d

Negli scali del mar Nero i Veneziani tenevano un console a Soldadìa prima che i Genovesi erigessero Gaffa e vi ponessero l'emporio del loro traffico , e si hanno notizie di consoli veneti alla Tana dall'anno 1349 al 1464, ed a Trebisonda dal 1383 al 1450.

NEPITA. Credetelo, che è cosí; perché dicea mia madre che queste radici han gran virtú di farsi amar dalle donne. GERASTO. Taci, vattene a casa. Io l'ho serrato qui dentro; or andrò a certi gentiluomini genovesi miei amici e mi informerò di lui con molta destrezza. SANTINA. O figlia, figlia, che infelice fortuna è questa che tu hai incontrata!

Dopo due o tre giorni il quartier generale erasi trasferito a Digione ed i tre nostri amici, insieme al prode comandante dell'armata dei Vosgi (chè la compagnia dei Carabinieri Genovesi mai si staccava da lui) erano venuti in questa citt

Innanzi l'alba si discese a piedi in più bassa parte, occupando il monte da un fianco all'altro in linee concentriche. Sulla sinistra fu collocata sovra un poggio la riserva, e l'artiglieria più in giù; a diritta la strada maestra, unico passaggio, volgendo ad angolo, insuperabilmente dominavano i carabinieri genovesi. Impossibile la ritirata o la fuga.

«Io ben so che me la farete, aveva egli risposto, se ciò che dite pensate, e se più oltre su voi comanderanno i Fregosi. Così fosse la puntaglia soltanto tra essi e me, che agevolmente la condurrei a buon termine! Invero, aver guerra co' Genovesi mi duole; ma sappiatelo, messeri; avrei caro il morire, anzichè far cosa veruna contro la dignit

Si accomiatò con garbo, diede un'ultima occhiata, in guisa di arrivederci, a Barnaba e agli altri fuorusciti genovesi, indi si mosse per uscir dalla sala. Galeotto lo accompagnò fino all'androne del castello.