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LÚCIA. Faccia mia scusa la fanciullezza mia, ché inver non so darti risposta. CALONIDE. E che vuoi che risponda? che non ha mai parlato con alcuno quanto or con te. Ve', ve'! Dimmi, Filocrate. Chi è quel vecchio? che ogni lo veggio passar di qua. FILOCRATE. Piú presto di', ci impazza: ché, secondo che ho inteso, è innamorato costí di Lúcia e la torria per moglie. Guardalo, un tratto.

Discrizione! È troppo, Pilastrin: lascialo stare. Togliamcene, piú presto, un poco spasso. FILOCRATE. «Apparecchiate la strada al Signore», diceva il gran Battista nel diserto, per convertire ogni selvaggio core e, con la penitenza, farne aperto il buon sentier che giá l'antica gente chiuso n'avea facendol duro ed erto.

Quando farem le nozze? CALONIDE. Ora, a tua posta: ché a me non manca se non provedere a certe cosarelle; poi, del resto, possiam farlo istasera. Ma indugiamo ancor duo giorni perché a lui non paia che siam corrivi. E tu fa' che non manchi. A te ne sto. FILOCRATE. Perché? non è giá fatta?

Affrena alquanto questi lamenti e le lagrime e 'l duolo. Dimmi quel c'ho da fare. FILOCRATE. A queste notti, chi era quello che destro entrava ne le camere vostre? Ove è l'onore? ove è la castitá? dove è l'offizio che conveniva a saputa servente? Devevil comportar? FRONESIA. Guarda, Filocrate, che non ti inganni; perché veramente io non intendo quel che voglia dire.

Fa' d'esser savio, in dar parole, e non lasciar ridurti piú di quel ch'io ti terrò ammonito: ché Amore è cieco e vuol con gli occhi d'altri esser guidato e dal senno d'altrui aver governo; onde 'l fingiam fanciullo e nudo perché è cosa naturale, non trovata da noi, e alato e lieve perché 'l suo star non dura mai gran tempo. Filocrate, ritornato di fuori, vien per veder Lúcia.

Ella, benché mostrasse di nol credere, volentieri par che l'ascoltasse ch'io penso che la cosa di Filocrate sia prolungata. E chi ha tempo ha vita. Che pare a te? CRISAULO. Mi piace, se a te piace. ARTEMONA. Ma ti bisogna molto essere accorto, in questa cosa, perché non pensassimo prender chi poi, nel fin, prendesse noi: ché anzi vorrei morir che simil cosa venisse per mio mezzo.

FRONESIA. Potria dire cosí, tre , che non lo intenderei se non per discrezione. CALONIDE. Io non saprei giá parlar come lor; ma diria poche cose che non l'intenda perché, inanzi che Lúcia fosse grande, n'ha Demofilo sempre tenuto in casa di scolari quasi tutti spagnuoli. FILOCRATE. Mi señora, tiengo a vos sola de ablar dos palabras. CALONIDE. Tiratevi da canto. Volentieri. Di' 'l tuo bisogno.

FILOCRATE ritornato pelegrino, FRONESIA, CALONIDE, DEMOFILO vecchio. FILOCRATE. Ai de mi! O personas de bien, aiudadme con limosna. O quien hallasse alguna alma tan devota la qual oviesse piedad d'este pobre peregrin, maldispuesto, que a llegado a estos dias del sepulcro!

DEMOFILO. Donde sei, peregrino? FILOCRATE. Soi spañol y natural de Cordova, muy buena patria, y tan bien de buena familla. Aora soi en vuestras manos. De gracia, havedmi compassion. DEMOFILO. Appunto. Non ti pigliar fastidio, ché potrai star qui per fin che tu sia ben sanato; e farò governarti da fratello.

FILOCRATE. Solo, señora, queria una merced: que me dexasses estar allá debaxo a quel portal, porque soi cierto que, estando allí una noche, acostado en quella paia, resucitaré sin dubda; que estoi mas que muerto del trabaio. CALONIDE. Entrar dentro? FILOCRATE. No deseo otra cosa. CALONIDE. Oh poverino! Che cosa è questa vita!