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e quivi, per l’orribile soperchio del puzzo che ’l profondo abisso gitta, ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio d’un grand’ avello, ov’ io vidi una scritta che dicea: ‘Anastasio papa guardo, lo qual trasse Fotin de la via dritta’. «Lo nostro scender conviene esser tardo, che s’ausi un poco in prima il senso al tristo fiato; e poi no i fia riguardo».

Abbassa il capo col riso scipito, col collo torto e co' denti ristretti: sol rispondea: Vi sarò buon marito: ogni cosa andrá bene, e fia bellissima, quand'ella fia piacer vostro, illustrissima. Sappi, lettor, che Terigi al lasciarla sentí strapparsi il cor dalla corata. Impossibil gli par di meritarla. Con inchin parte, e sospira e la guata.

Ragion, memoria, e lo 'ntelletto insieme sceser in te da le soperne idee, c'han di tua libertá le parti estreme. Mortalibus omnibus conscientia Deus. Se mai verrá che contra 'l ben si cree pensier in te, non temer, che non senta le voglie entrate se sian bone o ree. Perché la scorta tua sta sempre intenta del cor al varco e sa chi va chi viene, in darti avviso mai fia pegra e lenta.

e quivi, per l'orribile soperchio del puzzo che 'l profondo abisso gitta, ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio d'un grand'avello, ov'io vidi una scritta che dicea: "Anastasio papa guardo, lo qual trasse Fotin de la via dritta". <<Lo nostro scender conviene esser tardo, si` che s'ausi un poco in prima il senso al tristo fiato; e poi no i fia riguardo>>.

Forse che de' celesti almi decreti Fia, che nel mondo a torto obblio li prenda, E che ne l'opre rie si faccian lieti Senza prezzar di pentimento emenda; Se schernendo i saldissimi divieti S'indureran ne la malizia orrenda, Allor daransi in man de' suoi nemici Come a ministri de' divin giudici.

Egli ben sa che per te, uomo, solo in questa miseria fu dal Padre mandato, discese in terra per guidarti al cielo, s'ha fatto famiglio per costituirti signore! Or dunque chi renderá mai guiderdone a tanto beneficio eguale? qual grazie, qual lode a tanto premio? fia forse di oro, di gemme, di porpora, di altri beni temporali cotesto premio? anzi del preciosissimo suo sangue.

Egli feroce, e più che mai possente Or quì rivolge il piè rapido e lieve; E come giunga, d'Ottoman la gente Fia sotto il braccio suo come al sol neve. Folco, sia fermo il cor, ferma la mente, Che de la vostra pena il tempo è breve, E di quel sangue, che per Dio si spande, Io tel rammento, la mercede è grande.

Non puole il vitello e vuol che porti el bue! POLINICO. Ella lasserá ben presto te, come da altri fia ricercata; ché le femine sono mutabili. LIDIO. Oh! oh! oh! Non sono tutte d'una fatta. POLINICO. Non son giá d'una apparienzia; ma sono ben tutte d'una natura. LIDIO. Gran fallacia pigli.

4 Che d'alcune dirò belle e gran donne ch'a bellezza, a virtù de fidi amanti, a lunga servitù, più che colonne io veggo dure, immobili e costanti? Veggo venir poi l'Avarizia, e ponne far , che par che subito le incanti: in un , senza amor (chi fia che 'l creda?) a un vecchio, a un brutto, a un mostro le d

La tua fortuna tanto onor ti serba, che l’una parte e l’altra avranno fame di te; ma lungi fia dal becco l’erba. Faccian le bestie fiesolane strame di lor medesme, e non tocchin la pianta, s’alcuna surge ancora in lor letame, in cui riviva la sementa santa di que’ Roman che vi rimaser quando fu fatto il nido di malizia tanta».