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"Oh Dio! rendimi la stella della mia vita!" quasi istintivamente egli esclamava fissando lo sguardo al cielo; e lei volgendosi all'esclamazione che fece vibrare le più intime fibre dell'anima sua fu in un momento nelle braccia di Silvio. Ambedue col volto nascosto nel seno l'uno dell'altra, piansero dirottissimamente ed a lungo senza poter scambiare una parola.

Belle fandonieesclamava ridendo il Menclozzo Povero ragazzo! tu sei buono, e ti fanno bevere grosso. Qualche servitore te l'avr

Matteo Cantasirena era un solo gemito: tutto un mugolio di gemiti. Il dolore gli sprofondava gli occhi nel faccione abbattuto: sudava, ansava. Ma poi: Sursum corda! esclamava. In alto il core! E coll'orgoglio di essere uscito incolume (senza un soldo!) dagli affari come dalla politica! In alto il core! Il mio concorso al mausoleo di Giovanni di Casalbara, sar

Povero conte di Squirace! esclamava la signora Teodora, era un discreto giovinetto.... Ma l'altro: quello che fu condannato come assassino, che bell'uomo: un uomo come oggi se ne vedono pochi!... E che spalle!... Per me era innocente! Il marchese crollava la testa. Oh, allora lo dicevano molti, soggiunse la signora Teodora. Anche mio zio, che era un avvocato di molto grido....

Anche «Struvelpeter» e «La vispa Teresa» e «Ara bell'ara». Tutti i versi che udiva li musicava. Tutti i personaggi prediletti delle fiabe di Andersen la Principessa e la piccola Sirena, la cattiva Matrigna e i perfidi Gnomi tutti corrispondevano nella mente di Anne-Marie a certe battute di musica. Bemolle, sbigottito, esclamava: Ma questa bambina ha il senso del Leitmotiv!

Si volse verso il padrone di casa e gli disse con una voce che pareva venirgli su dal fondo della pancia, come quella d'un raffreddato che parli in un imbuto: «Avete ragione, è leiGiovanni interruppe la Rosina, battendo insieme le mani. Corpo di bacco! non c'è più dubbio: è lui. Chi lui?. Quel birbone d'Orsacchio. Orsacchio! esclamava Rosina curiosamente.

Manfredi, spesso ricorrendo con la mente ai casi avvenuti in quella notte memorabile, esclamava tra contento e turbato: «Anche la sventura a qualche cosa è buona; s'ella non fosse stata, io non avrei mai conosciuto questi fedeli che mi circondano

esclamava in una meschina poesia, Ch’

Metilde colle mani nei capelli, cogli occhi stravolti, esclamava:

«Uccidetelofuori di senno esclamava Rogiero «trapassate quel Longino, quel feritore dei costati innocenti....» «Et ne nos inducas in tentationem.» «Sed libera nos a malo.» «Amen. Oremus...» ripeteva il pellegrino.