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Gettava il suo tabarro e il cappellaccio a cencio sopra una seggiola dell’anticamera, ed entrava intrepidamente nel salotto coi capelli sulla fronte, l’occhio brillante, il naso violetto, i zigomi accesi, un buon sorriso sulla bocca, il ventre proeminente, e gli stivali sopra i calzoni. Il capitano gli dava la mano, che egli non osava stringere che debolmente, per riguardosa modestia.

Al momento in cui il Virey entrava nella galleria, le immolate scendevano dai loro appartamenti per assidersi alle mense. Immaginate l'effetto di ottocento donne, splendenti di gioventù, abbigliate con quella elegante semplicit

Da quel momento la Compagnia entrava in possesso di lui, e ne avea per tre giorni il governo materiale e spirituale. Nessuna giurisdizione alterava od attenuava la sua; ed il Governatore la esercitava piena, scrupolosa fino nei minimi particolari.

Enrica alzò le spalle in atto di disdegno, anzi di sprezzo. La luce del giorno entrava ormai nel salotto assai piena e si confondeva con quella che mandavano i lucignoli delle candele. Fra quelle due luci la fisonomia del principe appariva più disfatta; la sua gracilit

Quella medesima demenza che portava migliaia di miserabili a purificare la carne maledetta nella sorgente medicatrice, ad esaltare i sogni dell’allucinato spirito nel fuoco della divina comunione, quella medesima demenza entrava sottilmente nel mio cuor di pagano, apriva le porte del miracolo davanti a’ miei freddi e vigili occhi di profanatore.

Precedendo di qualche passo i compagni, il padrino Adelindo entrava nel chiostro. Il viso, incoronato da quella bionda zazzerina che sapete, si mostrava tutto di un incarnatino tenero, pari al colore delle rose bengalesi, che trasparisce da una velatura di bianco. E gli occhi! Che dirvi degli occhi?

Poco stante, il Maso, che oramai disperava di tornar salvo tra' suoi, entrava, col Tanaglino ai fianchi, nello steccato nemico. Col

Silenzioso, fiacco, trasandato nella persona, passava lunghe ore nella campagna, senza leggere, senza far nulla, cogli occhi persi nella lontananza. Nello studio entrava di raro, per pochi minuti, lasciando intatti i libri nuovi, i giornali, le lettere, che giungevano ogni mattina. Della prostrazione in cui il Sant'Angelo trovavasi Loreta aveva piena consapevolezza.

Nella camera matrimoniale, per le finestre aperte, il sole di settembre ancora caldo ed allegro entrava a larghe ondate, illuminando i cantucci più lontani. Un raggio d'oro pioveva precisamente sopra il quadro di San Giorgio appeso alla muraglia, presso il capezzale destro, ed andava a incorniciare, presso il capezzale sinistro, l'imagine del conte Belinzaghi vestito da pagliaccio, ritagliata in un giornaletto satirico. Sul canterano, di fronte all'alcova, erano allineati alcuni soldatini di piombo forse rub

Il Principe amava parlare dei suoi cavalli. Specialmente quando qualche imprudente e zelante amico tentava intavolare, anche alla lontana, quel benedetto argomento del matrimonio. Allora che entrava in campo la scienza ippica. Il Principe prendeva a sfoderare le sue cognizioni in fatto d'allevamento. Apriti cielo.... S'intende piova, ma non tempesta.