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ANTIFILO. Non vuo' piú legger per non morirmi affatto de disperazione. Ma io vuo' leggerla solo per morire: a chi vive senza speranza, la morte sola gli è medicina. «... Dicovi che voi stesso sète cagione del vostro male, voi stesso la fucina de' vostri strali, voi stesso tessete fallacie, inganni e vani pensieri d'ingannar voi stesso.

Non sono più campane poichè sepolte, strappate dai loro campanili e vaganti nella campagna. Riscossa tragica della gioia generale. Esprimono col loro suono ogni brivido, ogni singhiozzo, ogni tormento, ogni angoscia tipica d'infiniti corpi umani contorti da spasimi diversi d'attesa, dolore, tortura disperazione speranza felicit

E l’attitudine era così vivamente umana e li occhi erano così pieni di supplicazione e di disperazione umana, che d’un tratto Donna Letizia scoppiò in un pianto:

Il bambino si svegliò; si mise a vagire, da prima fioco, poi con una specie di furore crescente. Vidi che la pelle del volto gli diveniva più rossa e gli si raggrinzava nello sforzo, mentre la lingua bianchiccia gli tremolava nella bocca dilatata. Benché fossi al colmo della disperazione, m'accorsi dell'errore commesso.

Giá è persa la medicina che sola mi poteva recar salute; molte vane speranze m'han lusingato fin qui; or pongo fine allo sperare, non ingannare piú me stesso. PANURGO. Vòlgeti a me. ESSANDRO. Ho annodata la fune e or me l'adatto al collo. PANURGO. Chi t'ave imparato, il boia? ESSANDRO. La disperazione! Vuoi tu alcuna cosa dall'altro mondo?

Quando, quasi fosse un seguito della meteora, s'udì una voce di disperazione risonare nel vestibolo dell'anfiteatro e poco dopo una giovine scarmigliata, fuori di , grondante acqua dalle vesti, si precipitava in mezzo ai congiurati. Silvio fu il primo che la riconobbe, e: "Povera Camilla!" sclamò il coraggioso cacciatore di cignali.

Soltanto, come tutti i timidi, potrei avere un giorno il coraggio della disperazione. Così avevano chiacchierato, negli intervalli della quadriglia; così avevano seguitalo a chiacchierare argutamente, nell'angolo di una sala, dove la marchesa Polissena teneva corte d'amore. E quel dialogo, dond'era incominciato il suo romanzo con la bella marchesa, lo rammentava egli allora, dopo quattro anni.

E si era fatto cupo, silenzioso, scoraggiato, e tratto tratto un impeto d'ira gli faceva salire il sangue al volto, o la profonda disperazione gli strappava le lagrime.

Figuratevi la disperazione di un borsaiuolo, quando, alla scadenza del suo premio, udr

Anche prima, anche prima che la malattia lo inchiodasse nel letto, certe sere, quando era solo con me, all’improvviso mi stringeva tra le sue braccia con una disperazione che faceva per me la notte su tutta la terra e oscurava tutto l’avvenire. Non parlava ma stringeva più forte.