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Tentate un colpo su quella vetrina ottagona che si vede alla sinistra dell'orologio, sormontata da un baldacchino rosso. Vi avverto, per altro, che ad una cert'ora di sera la preziosa vetrina discende sotto il pavimento, in un misterioso nascondiglio, il cui orifizio si ricopre con spesse lastre di ferro fuso. Uomo avvisato, mezzo salvato.

L'8 luglio 1910, 800000 foglietti contenenti questo manifesto furono lanciati dai poeti e dai pittori futuristi dall'alto della Torre dell'Orologio sulla folla che tornava dal Lido. Così cominciò la campagna che i futuristi sostengono da 3 anni contro Venezia passatista. Il seguente Discorso contro i Veneziani, improvvisato dal poeta Marinetti alla Fenice, suscitò una terribile battaglia.

Le lancette dell'orologio a pendolo si erano dunque fermate? E nei momenti di tregua, quando all'orecchio ansiosamente intento non arrivava nessun grido, io pensavo: Eccolo! Eccolo! E mi sembrava che il miracolo valesse bene tutti gli strazi della madre e miei, e che quanto più essi erano maggiori, tanto più grande e più stupendo sarebbe il risultato che stava per essere prodotto.

Quasi in tutte le case del Mezzogiorno si vedono queste corna, tenute come amuleti contro il «malocchio» e piccoli cornetti vengono portati dai principi alla catena dell'orologio e pendono dal collo dei ragazzi dei pescatori.

Il conte Roberto crollò il capo, disapprovando quel tono impertinente; poi si fece forza, e disse con rammarico: Non ci comprendiamo. Non ci comprendiamo, ripetè Filippo. I due uomini tacquero un istante, poi arrivati in fondo alla Piazza, all'angolo della Merceria dell'Orologio, si strinsero la mano e si lasciarono freddamente.

La mia impazienza per poco non mi fece credere che qualche maligno Giosuè avesse fermato il sole. La sera non arrivava! E con che lentezza si movevano le lancette dell'orologio! Verso le undici, non stavo più a sedere, ma addossato alla parete, in attesa dei picchi avvisatori. Furono tre, come la sera precedente, e questa volta mi diedero uno strano brivido per la schiena.

Lalla, ritta in piedi, giuocherellando colla catenella dell'orologio fra le dita tremanti, di tanto in tanto alzava la testolina, lo guardava dolcemente con un leggero tremito delle labbra, con un'espressione indefinibile, piena di affetto e d'indulgenti rimproveri, e poi, subito, la riabbassava intimidita. Sandro, vinto, tremando a sua volta, le si avvicinò.

È l'alba? Non ancora. Un sospiro lungo, poi di nuovo il silenzio profondo, misurato dai battiti sommessi dell'orologio. Ernesta chiudeva gli occhi, ma non per dormire; guardava dentro di , scandagliava il fondo del suo cuore; era contenta, quasi lieta.

Un silenzio sepolcrale regnava nel salotto, lasciando udire i tocchi ricisi dell'orologio a pendolo, che dall'alto del camino veniva numerando con monotono metro i minuti secondi di quella pausa solenne. Lo Spagnuolo squadrava Lilla con occhi torvi, che le avrebbero fatto sgomento, se ella avesse levata la fronte a guardarlo.

Allora, continuò gravemente Anne-Marie, assorta nei ricordi, quando ho visto le candele accese ho pensato che per il tuo Re rinuncerei a un desiderio... e invece dell'orologio per Elisabeth, ho desiderato che il Re guarisse. Poi ho rinunciato anche al vestito per Fräulein, e ho desiderato ancora che guarisse il Re.