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Scesi a visitarla e rimasi stupito di trovarla priva di ogni ornamento; le pareti della sala, di forma circolare, abbastanza ampia, sono intonacate di bianco e perfettamente nude; non v'è un sarcofago, un monumento in marmo, e non vi si vedono intorno che delle iscrizioni, i cui caratteri uniformi appartengono al secolo XVII. Vi si leggono gli epitaffi di Marcantonio e della moglie Felice Orsini, di Ascanio e di Giovanna d'Aragona, suoi genitori; di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro, suoi avi.

Dal suo convento di Santa Chiara la dolente signora scriveva nell'ottobre di quell'anno ai suoi buoni amici di Gioiosa Guardia: "Penso che davvero non vi vedrò più in Ispagna. Il re Ferdinando trionfa: chi l'avrebbe mai detto? Sapete che dopo un colloquio con Filippo suo genero, colloquio dal quale non era uscito senza vergogna, egli aveva presa la via d'Aragona, lasciando ogni sua pretensione alla reggenza di Castiglia. Di l

Povera donna, infelice regina, che non aveva avuto in tutta la sua vita fortunosa un'ora di pace! Abbiamo narrate le vicende della giovinezza di lei, e come le paresse liberazione andar moglie a Ferdinando d'Aragona. Ma proprio allora incominciò la prigionia, non della persona, bensì dell'anima generosa, del cuore pietoso d'Isabella di Castiglia e Leone. Le istesse gioie della maternit

Ferdinando lesse la lettera, la rilesse, aggrottando le ciglia; indi ripose il foglio sulla tavola accanto a cui stava seduto, e disse, congedando il gentiluomo di camera: Sta bene, provvederemo. Voi dunque, ripigliò, volgendosi ancora al Fiesco, appena quell'altro fu uscito dalla stanza, non volete venire al servizio d'Aragona? Siete dunque coi miei nemici?

Saba Malaspina, cont., pag. 361. Cron. S. Bert., in Martene e Durand, Thes. Nov. An., t. III, p. 762. Montaner, cap. 44. D'Esclot cap. 77 e 78. D'Esclot, cap. 77 e 78. Montaner, cap. 46, . Surita, Ann. d'Aragona, lib. 4, cap. 13. Veg. anche Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, nella Marca Hispanica del Baluzio.

Dal Surita, Annali d'Aragona, lib. 4, cap. 18, sappiamo che Bartolomeo de Neocastro, in una sua storia in versi, riferiva essere stati dal parlamento generale che si tenne in Messina, eletti sei uomini al governo provvisionale dell'isola in questo tempo. Gli altri storici non ne fanno motto; lo stesso Bartolomeo nella sua cronaca in prosa.

A malgrado della quale egli il lasciò poi nel 1337 a suo figliuolo Pietro II, che il lasciò nel 1342 a suo figlio Luigi, che il lasciò nel 1355 a suo fratello Federigo II, che il lasciò nel 1377 a sua figlia Maria, che il lasciò nel 1402 a suo sposo Martino d'Aragona, che il lasciò morendo nel 1409 a suo padre Martino il vecchio, che fu cosí re d'Aragona e Sicilia.

Poco scrivon della risposta di Carlo; forse non amando a ripetere ingiurie contro il re di Aragona. Saba Malaspina, cont., pag. 379 a 381, porta una epistola, ch'ei dice breve e non è. Al magnifico uomo Carlo re di Gerusalemme e conte di Provenza, Pietro d'Aragona e di Sicilia re.

Pardo la seguì coll'occhio sino a che fu scomparsa su per l'erta della montagna, e dato uno sguardo lagrimoso alla sua terra diletta, a quella povera valle in cui suo padre, la madre sua, un amato fratello eran morti, e che ospitava bella e solinga la pura sua Iza, affrettò i passi e colla tempesta nel cuore scese sino al pian d'Aragona, e sempre costeggiando il Platani si diresse alla volta di Felice.

Un breve di Martino IV a Filippo l'Ardito, d'Orvieto 10 settembre 1283, negli archivi del reame di Francia, J. 714, 5. Il re avea mandato due ambasciatori per sapere se la concessione del regno d'Aragona ad uno de' suoi figliuoli, che allor si trattava, potesse incontrare ostacolo nella rinunzia di Pietro in favor d'Alfonso.