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E fortunato chi moriva di primo colpo, senza vedersi scannate innanzi le persone care, senza bevere a sorsi una morte disperata, straziati a membro a membro, coi visceri divelti, col corpo spaccato dalla polvere accesa nella gola... Vien meno la virtù della favella a descrivere quell'orribile arte di strazio. Deh quante vedove fece quel giorno! Quanti orfani!

La breccia fu ampliata di nuovo e il Selmi entrò seguìto da alcuni minatori. Roberto giaceva supino, bruttato di fango, con le guancie livide e smunte, coi capelli arruffati, più simile a un cadavere che ad un corpo in cui s'agiti ancora la vita. Inginocchiato accanto all'amico, Odoardo Selmi cercava invano di sorprendergli in viso un moto, una contrazione.

Legato mano e piedi su quello, a carni nude, il reo riceveva sulle parti posteriori del corpo le nerbate ordinate dal Giudice, e veniva, senza più, condotto al carcere o alla galera; se ragazzo, era trattato con sonore sferzate.

«Ma padre, usciva a dire uno della comitiva: non per rifiutare no, non vede? fa notte, e a C.... siamo aspettati.... «Al ballo degli sposi, nevvero? sclamò ridendo il padre Anacleto: eh! via, peccatori, farete sempre a tempo a mescolarvi coi diavoli; coi diavoli! Chi sta a vedere le danze n'ha in corpo almeno un paio, chi danza, sette od otto.

Il giovane ufficiale stramazza a terra, spalanca due volte la bocca emettendo rivi di atro sangue, indi si ricompone come corpo morto. Prorompendo in orribili bestemmie il conte getta il brando insanguinato e come spinto da furie infernali fugge precipitoso al castello.

Sul suo corpo di sculturale bellezza qualunque vestito sarebbe sembrato un anacronismo. Era alto, e la svelta ma virile prestanza della sua figura contrastava col viso delicato e troppo bello, da cui non era ancor sparita la rosea freschezza dell'infanzia.

Lotta a corpo a corpo! Ma che lotta, con un nemico invisibile, con cui non si sapeva precisamente mai chi aveva vinto o chi era rimasto sconfitto? Si rassegnava a vivere solo, come un cane, lontano da tutti. Eh, cavaliere? Non vi si vede più! Che avete? Non state bene?... Dio, come siete ridotto! Beato voi, che siete un ignorante! rispondeva l'infelice. Ah!... La solita storia dei microbi!

E lui pensando a tutt'altro: L'ombra è.... un raggio di luce, che potrebbe attraversare un corpo, se questo non ci fosse.

E vorrebbe, , lavorare: entrare nella Nave-Scuola del Garaventa, dove tanti discoli furono accolti, e trovarono la salute del corpo e dell’anima nella disciplina del Maestro, nell’alito salso del mare. Ma si ammala, orrendamente, di tigna. La casa di cura, dunque, invece della Nave-Scuola. E la cuffia di pece, e le pinze martirizzanti. Solo?... Ah, no. La sua «mamma» è con lui.

Varie erano le opinioni intorno al vero essere del personaggio che stava attaccato come l'ombra al corpo del signor Basilio. Povera Angiolina!!! Ma avr