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A questo pontefice bisognò dunque facesse ricorso il cardinal da Prato, per interporlo, secondo che da molte parti n’era stato pregato, a liberar Pistoia da tanto eccidio: cosicchè, e per la gratitudine che Clemente doveva a lui principal fautore della sua elezione, e anco per l’impulso del proprio animo bramoso di spegnere le rie fazioni, gli fu agevole d’ottenerlo.

Ma Pietro, non tardo a usar la vittoria, strignea d'assedio Girona; e voltavasi anco all'isola di Maiorca, dicea, non per vendetta contro il fratello, ma per aver meglio di che fermar la pace con Francia e Roma. Con pratiche tra gli abitatori dell'isola si spianò la via; cinquecento cavalli apprestò con l'armata di Loria, sotto il comando di Alfonso. Erano in ponto a salpare, quando il re partendo da Barcellona per Saragozza il ventisei ottobre, colpito dal freddo del mattino, e preso di violenta febbre a San Clemente, dopo breve fermata, ostinavasi a rimontare a cavallo; ma vinto dal morbo, recaronlo in lettiga a Villafranca di Panadès . Quivi temendosi gi

Un sorriso, una stretta di mano... ed il prossimo clemente continuava così: Si ricorda la festa da ballo di martedì? Io, senza esser punto innamorata di Giorgio, avevo avuto la debolezza di farmi bella per lui. Mi pareva che mi amasse come vorrei essere amata io, per una leggerezza di cui mi vergogno, desideravo di sentirmelo dire colla sua voce appassionata.

Quando dopo la morte di Clemente IV la sede pontificia rimase per bene tre anni vacante Gregorio X ordinò la elezione del Papa in conclave con l'obbligo di scemare il cibo ai Cardinali fino a ridurlo al pane ed all'acqua, e ciò perchè cotesto stroppio non si rinnovasse: e' sembra, che a quei tempi il Pontefice non fosse infallibile nei suoi partiti; difatti, morto Onorio IV per dieci mesi non fu eletto Papa, e prima di promovere al pontificato Celestino V la sede vacò due anni. Costui rinunziava dopo cinque mesi, e nove : scrittori guelfi raccontano come Benedetto Gaetani, che gli successe mediante cerbottana comandasse a cotesto semplice renunziasse al Papato dandogli ad intendere poi gli avesse proprio favellato Dio, e narrano altresì, che si gratificasse il re di Napoli dicendogli: «il tuo Papa Celestino ti ha voluto e potuto servire, ma non ha saputo; io vorrò, potrò, e sapròper la quale cosa il re commetteva a dodici Cardinali suoi divoti dessergli il voto. Il signore Luigi Tosti monaco di Montecassino nella vita di Bonifazio VIII nega tutto alla ricisa, e va bene, egli esercita il suo mestiere: noi ci stringeremo a credere, che il Villani contemporaneo di Bonifazio VIII potesse essere meglio informato del monaco Tosti, molto più che il Villani faceva professione di guelfo. Il monaco Tosti nega eziandio la strage di Celestino operata col conficcargli un chiodo nel cranio per comando di Bonifazio VIII; io potrei contraddirlo in questo; solo noto, che la testimonianza del Villani mette innanzi quando egli scrive, che faceva custodire il povero vecchio Celestino in onesta prigionia a Fumone, e lo ributta quando racconta della parlata a Celestino per via della cerbottana, e degli accordi simoniaci con Carlo d'Angiò: questa maniera di dettare storie, se male non mi oppongo, corrisponde ad arare coll'asino e col bue: e ciò messo da parte parmi degno di considerazione come nella Bolla con la quale Clemente V canonizzò santo Celestino si affermi con ischiettezza laudabile: «imperito di reggere la Chiesa come colui che dalla puerizia erasi consacrato interamente al culto delle cose divinedunque la si tenga per giudicata sopra l'autorit

La morte avvenuta di Urbano IV, e la sostituzione al Pontificato di Clemente IV non pure non interruppe la pratica, ma l'affrettò; chè questi era vassallo di Carlo, e zelantissimo sostenitore delle parti di lui.

Parve finalmente a Leone II Papa avere la Chiesa romana acquistato tanto di potenza da palesarsi intera, e dire: voglio e posso regnare sola. Regnava a Costantinopoli Leone Isaurico rude montanaro a cui saltò nel cervello la bizza di movere guerra alle immagini: a quanto sembra, eccetto questa fantasia, altra causa del suo odio non la possiamo rinvenire; ma così siamo avvezzi a conoscere complesse le cause delle azioni umane, chè ad una sola, alla più semplice crediamo, anzi quanto più apparente, screduta; tuttavia il senso di religione agita profondo le menti umane quanto più barbare, e l'Isaurico allevato per le montagne, usando co' monsulmani, e co' giudei potè ottimamente concepire odio immortale contro le immagini, le quali che altro sono mai tranne infelici segni d'idolatria così dallo antico come dal nuovo testamento detestati e reietti? Manuzio Felice cristiano del terzo secolo, il quale viveva in Roma ai tempi di Caracalla, dettò un dialogo in difesa della religione cristiana dove introduce a favellare due amici suoi, Ottavio Gennaio convertito alla fede di Cristo, e Cecilio Natale rimasto pagano; tra le altre accuse, che questi appone ai cristiani vi ha che essi si celano, aborrono mostrarsi, non possiedono altari, non tempi, non immagini. Ai quali appunti Cecilio risponde: che tempii? Che altari? Che sacrifici? Che immagini? L'uomo è immagine sincera di Dio; suo tempio il mondo; la vita pura ed i costumi santi il vero sacrifizio; e tale era la sentenza di Origene poco dopo di lui, e innanzi a lui la professò Clemente di Alessandria . Se vuoi autorit

Allora Nancy dimenticò la riverenza imparata e il saluto tante volte ripetuto. Fissando gli occhi timorosi e infantili sulla bionda e clemente visione, con un piccolo singhiozzo, afferrò e strinse al cuore la mano bianca che si porgeva a lei. La Regina d'un tratto si chinò verso di lei e la baciò.

Subito l'offrí a Carlo d'Angiò, conte di Provenza fratello di san Luigi re di Francia, facendovi rinunziare quell'Edmondo d'Inghilterra a cui era stato dato dal predecessore . Non poté adempier l'impresa, ma lasciolla morendo a Clemente IV pur francese, anzi provenzale, e tanto piú caldo in essa. Allora eleggevasi Carlo a senator di Roma, e la guerra contra Manfredi era dichiarata crociata.

Molti Sommi Pontefici ordinarono che i penitenti denunciassero agli Inquisitori o ai Vescovi locali quei confessori che avessero tentato di sedurli a cose disoneste: così Paolo IV, 16 aprile 1561 Pio IV, 6 aprile 1564; Clemente VIII, 3 dicembre 1592; e Paolo V, 1608, pei regni di Spagna, Portogallo, ecc., ecc.

I capitani fiorentini e lucchesi non si mossero però! Fermi egualmente nel rigettare i comandi, e tanto più le minacce di scomunica di papa Clemente; vicini omai a poter dire: «abbiam vintosi limitarono a rispondere al duca che tutto al più avrebbero spedito un messo a ciascun rettore di lor citt