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Ma la fortuna, volgitrice de' nostri consigli e inimica d'ogni umano stato, assai diverso fine pose al principio. Al qual voler dimostrare, un pochetto s'amplierá la novella. Era ne' tempi del glorioso stato del nostro poeta la fiorentina cittadinanza in due parti perversissimamente divisa, alle quali parti riducere ad unitá Dante invano si faticò molte volte.

Nel testo io ho trascritto le parole di Saba Malaspina, senza tener punto poco alla cittadinanza palermitana di Palmiero Abbate; perchè la Sicilia è la mia patria, non questo o quell'altro muro, in cui infelicemente i Siciliani per l'addietro chiudeano i loro affetti nazionali. Bart. de Neocastro, cap. 62. Bart. de Neocastro, cap. 62.

Il Comitato Generale ottenuta la meravigliosa vittoria col concorso e il sagrifizio di tutta la cittadinanza, sentì la necessit

Forse il fine della repubblica un cinquant'anni prima di ciò che avvenne; e il fatto sta, che tutti i governanti d'allora in poi estesero per anco quella concessione, fino ad Augusto, che la compiè concedendo la cittadinanza a tutta la penisola. Capo questi de' nobili come Mario de' plebei, le loro gare personali ampliarono le due parti, occuparono la repubblica intiera.

Emilio, per togliersi alle seccature del processo e alla indignazione della cittadinanza, di cui in quei primi giorni sentiva gravarsi addosso il molesto peso, dato sesto ai suoi affari, provvistosi d'una buona somma, senza dare un saluto a chicchessia, fuggì all'estero, coll'animo di non rimpatriar più che a cose quiete e protetto dall'oblìo che nella vita sociale, coll'ajuto del tempo, seppellisce ogni cosa.

E, per esempio, il Caracciolo non potè mai persuadersi che per festeggiare S.a Rosalia si dovessero impiegare cinque giorni; e se ne arrabbiava sempre, e all’appressarsi di luglio più che mai. Una volta, non potendola mandar giù, decretò che i cinque giorni si riducessero a tre. Fu una scintilla scoccata sulla polveriera: la polvere, asciutta da un pezzo, scoppiò; Senato e cittadinanza conturbati, protestarono gridando, ed uno dei tanti cartelli attaccati per le strade minacciava: o festa o testa! ma il Caracciolo rimase impassibile. Riuscito vano ogni tentativo, il Senato mandò al Re in Napoli un memoriale del Segretario del magistrato della citt

Principi, marchesi e baroni si tennero onorati delle visite dell'ospite eminente e vollero mostrarsi riconoscenti: cospirarono è la parola adatta per fargli concedere la cittadinanza onoraria di Palermo; ma la citt

Innocenzo VII, del quale fu antipapa Benedetto, nel 1406 accordò il diritto di cittadinanza a certi ebrei di Trastevere, fra cui a Elia di Sabbato, a Mosè di Lisbona, a Mosè di Tivoli, i quali erano medici e portavano il titolo di «maestri». Godevano costoro grandi privilegi ed erano dispensati dal portare il segno obbrobrioso di Giuda.

Tollerava pure che essi, alla nascita di un primo figlio, inviassero a Gerusalemme denaro, perchè si facessero sacrifici in favore del fanciullo. Eppure egli non li cacciò mai da Roma, li privò del diritto di cittadinanza romana: non mutò nulla nelle loro sinagoghe e nelle loro adunanze.

D'AYALA, Op. cit., pag. 170. Lo stesso giorno pigliava commiato dalla cittadinanza con le seguenti parole a stampa: «Toscani! Accolto in mezzo a voi con generosa gioia, quale conviensi ad uomini valenti, che raccolgono un vero amico, non vi parr