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O voi, Ninfe, chiamate Naiadi dei correnti rivi, di giunchi cinte, dagli sguardi innocenti lasciate i vostri ondosi canali e fra le buone erbe giungete tutte: ve l'ordina Giunone. Venite, o caste Ninfe, non bisogna tardare, un contratto d'amore dobbiamo celebrare. Entrano alcune NINFE.

Quella cui diede il cerchio in cui si mira errar d'intorno con cangiati aspetti, la dea de la cornuta e bianca fronte, fu la bella Talia, la cui virtute fa verdeggiando germogliar gl'ingegni di verdura immortal di fiori eterni. Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Qui si monta per luoghi alpestri ed ermi; raro sentier v'appar, rari vestigi; v'ascende uom mortal, cui 'l ciel non chiama. Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Ed ora muri diroccati, mucchi di sassi, un po' d'erba selvatica, e silenzio. Oh! poter rivivere un minuto quella vita, o vederla vivere un istante, con uno sguardo solo, come si vede una cosa fuggente! Ora tutto è mutato. Invece delle vaste sale cinte di colonne, quei gabbiotti soffocanti degli stabilimenti di bagni, coll'avviso: È proibito di fumare.

Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori. Questi nitrendo e dibattendo l'ale si levò in aere, e dopo un lungo corso pervenuto al bel giogo ond'io favello, volando tuttavia, nel duro masso percosse un'unghia, e quei ratto s'aperse larghi versando e liquidi cristalli.

Or qual fosse 'l suo canto, a lei che desta ti tiene ognor a gli amorosi canti fa che 'l ritorni a dir rozza zampogna; e sia tale il tuo suon, che degno sia de materia maggior che di zampogne. Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Movete o sante Dive a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori. Sorge in Boezia e non molto lontano dal gran Parnaso un onorato giogo che d'altezza e d'onor con lui contende; quest'è 'l santo Elicona, in cui verdeggia l'eterna selva sacra al sacro Apollo, d'uno e d'altro valor degna corona.

Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori.

Mi diceva che Toledo era stata cinta di mura tre volte, e che si vedevano ancora chiaramente le traccie di tutte e tre le cinte. "Guardi," diceva, "segua la linea che descrive il mio dito: quella è la cinta romana, la più stretta, e se ne vedono ancora i ruderi. Ora guardi più in l

e con idre verdissime eran cinte; serpentelli e ceraste avien per crine, onde le fiere tempie erano avvinte. E quei, che ben conobbe le meschine de la regina de l'etterno pianto, <<Guarda>>, mi disse, <<le feroci Erine. Quest'e` Megera dal sinistro canto; quella che piange dal destro e` Aletto; Tesifon e` nel mezzo>>; e tacque a tanto.