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E a ricevere anche te, mia Nancy, e la tua bambina, disse Fräulein, cercando un posto asciutto nel fazzoletto dagli orli rosa. Verrete a stare con me. Oh, ~meine kleine~ Nancy! Il nostro piccolo Genio! E cosa ne è della Poesia?... La settimana seguente Fräulein Müller lasciò Lexington Avenue per prendere possesso del suo «Gartenhaus», come chiamava la casetta a Staten Island.

A diciassett'anni aveva conosciuto un piccolo marinaio, bruno e atticciato. Si chiamava Vincenzino. Un cuor d'oro. Il marinaio a momenti avrebbe terminata la sua ferma, sarebbe tornato a Napoli, l'avrebbe sposata. Glielo aveva promesso da un anno; quando giurava si metteva la mano nera sul petto, gli occhi lucevano.

Anche Giovanni gongolava. Quell'idea di dolci venuta allo zio, non poteva capitare in miglior punto: avrebbe passato un altro po' di tempo vicino a colei ch'egli oramai non chiamava più in stesso che la sua Lola. Tutta l'anima del giovane era piena di quell'amore, e ogni altra cura non faceva che sfiorarla appena. Durante la cena non aveva pronunziate più di venti parole, e chiuso nell'estasi, aveva capito ben poco di quanto avevano detto i due amici. Del resto gliene importava uno zero di don Castrenze, di don Peppino e la sua banda, troppo lontana per poter fare uno strappo alla sua felicit

Intesi e d'accordo in massima, sulla politica interna ed esterna, si cominciò a discorrere diffusamente intorno al progetto sulla riforma delle gabelle ed alla cessione in appalto del Dazio consumo; l'argomento del giorno, come diceva il duca d'Eleda, o la questione vitale e palpitante, come la chiamava Sandro Frascolini.

Nella carcere di Benevento mi trovai con un altro condannato di ventidue anni, che aveva mozzato il capo alla ragazza che non voleva più sposarlo. Si chiamava Muscischio. Respinta la rinnovazione del processo, venne isolato in una stanza, al cui uscio era stata messa una guardia che non doveva fare altro che tenerlo d'occhio dalla spia. Rimase dieci giorni tra la vita e la morte.

Mio marito si chiamava Ferdinando Alboni; era di Perugia. Comperò una casa ed un podere fra gli Apennini, in un luogo deserto, quasi nascosto; pareva volesse celarsi.... L

Aveva speso troppo: il lunch, come lo chiamava M. Richard, all'ora della prova, e la cenetta dopo il teatro, ingoiavano un mucchio di quattrini. Aveva fatto male a lasciar sempre ordinare e comandare a quei ragazzi. E poi i fiori?

Egli vi era andato preceduto dalla fama di direttore «severissimo», d'un direttore, per esprimermi con la frase di un forzato, che terrorizzava con una disciplina di ferro. Direttore di un reclusorio, egli voleva che imperasse il silenzio assoluto. Il guaio era che gli inquilini di questo bagno penale come lo si chiamava mava prima erano misti: cioè erano reclusi e forzati.

Silenzio. A quando a quando l'infermo chiamava sottovoce: Ernesta?... Accorreva essa e gli ordinava con un bacio: silenzio! Quanti fantasmi luminosi in quel buio, quante parole confortatici mormorate da invisibili creature! Le ore scorrevano lente, il cuore della povera donna le misurava con un battito tranquillo.

¹⁰⁰ Cfr. il cap. E questa è storia! Spettacoli avventizî si vedevano nelle diverse stagioni dell’anno, e curiosi d’ogni classe vi godevano ora una mostra di dromedarî, di leopardi e di fiere africane ad essi ignote, ora macchinette automatiche e balli di orsi, ora giuochi atletici giammai visti, e stimati impossibili a forza umana, ed ora marionette d’una ingegnosa compagnia lombarda.¹⁰¹. Nel maggio del 1788 il patrizio palermitano Agostino Chacon dei duchi di Sorrentino esponeva statue parlanti, che sarebbero una meraviglia anche oggi non che al tempo che sorpresero V. Torremuzza¹⁰². Mentre Giustino Materangelis lucchese divertiva con fantocci curiosissimi, il napoletano Crispino Zampa eseguiva con altri fantocci di sua opera commedie, tragedie ed altre cose teatrali¹⁰³. V’era la riproduzione d’un bucintoro che chiamava gran numero di visitatori, e v’era un nano tedesco, che la madre presentava sotto il palazzo Cesarò, rimpetto il Salvatore, contro pagamenti diversi secondo che i visitatori fossero nobili, civili e di bassa gente.