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Vero è però che nel volto dimostrava il contrario, e diverso dalla sua natura sorrideva spesso, e qualsivoglia capitano o soldato contemplasse sgomento, lo chiamava per nome, e gli diceva: «Fa core, che abbiamo superato il ponte, e con l'aiuto di San Martino supereremo anche il muro; buono studio vince rea fortunaIn questa guisa dava animo altrui quanto più il suo era presso a disperare.

Questo avvocato si chiamava Claude; era spiritoso cattivo e maldicente come un perfetto avvocato meridionale. Quello che fece per prima cosa fu di sedersi familiarmente sul bellissimo copripiedi che occupava quasi per intero la coltre di Madlen. L

Degne di stampa! esclamava. Degne di stampa! andava gridando. E ancora una volta gli era frullato pel capo di scriverne alla signora Nicoletta Barbano; ma non ne aveva fatto poi nulla, pensando che la signora chiamava «bambino» ostinatamente l'autore, ed era rimasta a otto anni addietro.

Veramente Enrico Corradini non era andato tant'oltre, come lo scrittore francese, tra le nebbie dell'idealismo e del simbolismo, o dell'intuitivismo come il Rod lo chiamava.

La giovane donna si chiamava Tecla, nome duro e schioccante. Era bassa, senza nessuna nobilt

Conosciuto per tal modo il desiderio del suo ospite, Guacanagari fu molto lieto di potergli dire che a poca distanza dalle sue terre, nella regione più montuosa dell’isola, il metallo dal colore del sole era tanto facile a ritrovare, che gli abitanti non ne facevano stima veruna. Il luogo, soggiungeva egli, si chiamava Cibao. Non forse Cipango? pensò tosto l’almirante. Ma fosse Cipango, o non fosse, egli aveva finalmente trovato Cibao, la misteriosa regione aurifera, di cui gli avevano gi

L'ingegnere Arconti divenne pallidissimo, si arricciò i baffi con un movimento convulso, e respingendo una sedia che gli impediva il passo, si diresse verso la parte onde venivano Fausto e Margherita. Ma s'era mosso appena quando sentì dietro di una voce che chiamava Signor Arconti, signor Arconti.

In questa Via Sacra si vedeva spesso un Nubiano toccare in sulla spalla di un ragazzo dalla lunga capellatura, era un vecchio senatore dissoluto che chiamava questo giovanetto metamorfosato in donna; altrove un robusto portatore di acqua che si trovava a passar per caso era disputato da due grandi dame che lo avevano notato simultaneamente e che facevano a gara a chi fosse la prima a sacrificargli l’onore.

Adele Cima si morsicò il labbro inferiore: poi domandò: Come si chiamava? Questa russa? Natalia. Che bel nome! Vi pare? Il mio è così brutto, non è vero? disse ella venendo a lui, con una espressione di malinconia che lo turbò. Adele? Ma Adele vale mille volte più di Natalia egli esclamò, volendo consolarla subito. Eh, no! diss'ella, tristemente è un brutto nome. A me piace immensamente, cara.

E lei mi chiamava la sua alunna ribelle.... E continuava a parlare sempre lei, e con tutte queste reminiscenze non riusciva al professor Gianlucardi, gran parlatore assuefatto a essere ascoltato, di manifestare lo scopo della sua visita, e nemmeno di deviare con qualche parola quel rapido fiumiciattolo di ciarla femminina.