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O dolce stella, quali e quante gemme mi dimostraro che nostra giustizia effetto sia del ciel che tu ingemme! Per ch'io prego la mente in che s'inizia tuo moto e tua virtute, che rimiri ond'esce il fummo che 'l tuo raggio vizia; si` ch'un'altra fiata omai s'adiri del comperare e vender dentro al templo che si muro` di segni e di martiri.

Che, quando si dice crescer di valore le monete, perché si valutano piú lire o soldi immaginari, piú propriamente si deve intendere che le lire, soldi, scudi immaginari scemino di prezzo. Sembra a molti un paradosso questa proposizione, ch'io spero di provare non solo verissima, ma di servirmene con profitto a render chiare le ragioni vere dell'alterazione delle monete.

24 Un che mi trovò fuor del palagio la maga, che nomata era Melissa, e mi poté parlare a suo grande agio, modo trovò da por mia pace in rissa, e con lo spron di gelosia malvagio cacciar del cor la che v'era fissa. Comincia a comendar la intenzion mia, ch'io sia fedele a chi fedel mi sia. 25 Ma che ti sia fedel, tu non puoi dire, prima che di sua prova non vedi.

Se 'l fatal corso mio me astringe & vole Ch'io te sol ami, e ogn'altra cosa experna Non posso più, so ben che fisso il sole Mirar non posso, sia mai che il scerna Ma qual dea che con sguardi, e con parole far mia vita breve & far eterna Se non voi trami fuor dov'io tutto ardo Tiemmi almen vivo con un dolce sguardo

I fatti ch'io vado esponendo non sono che il prologo di un grandioso romanzo intitolato: Il Re Barile, che verr

Non giova al Poeta il suo proposito, fatto nel Carme per l'Imbonati, di voler seguire la dottrina di Zenone; l'Amore lo ferì; egli è invitato ad amare e a cantare d'amore, quando per l'appunto ben più alti soggetti e più fieri gli occupavano la mente; Amore non vuole, egli esclama: ..........ch'io canti rossa Di sangue Italia, onde ancor pochi godano; di plebe commossa Le feroci vendette ed i terribili Brevi furori, e i rovesciati scanni Dei tremanti tiranni.

Il babbo sta bene? Benissimo. Tu?... Benissimo. Hai qualche cosa da raccontarmi? Non saprei, Zaeli, non saprei... ah ti prego, non guardarmi così! quando ti dico di non aver nulla! Bimba, bimba! fece l'avvocato, considerandola e minacciandola col dito. Non farmi misteri, veh! sai ch'io vivo in te, e se non ti vedo quieta, m'inquieto anch'io...

Prendi questo bastoncino, e ch'io non lo veda più!... Daniele obbedì, e si allontanò portando il bastoncino sulle due palme stese, come i paggi recano nel corteo il cuscino col serto regale. Perfetto, non è vero? rilevò il signore, osservando il suo domestico impettito. Sembra che porti il Tabernacolo.... Tutto, intorno a me, deve avere uno stile....

Pugnali? Caspita! Per chi? Prima ch'io vedessi chi avea gridato, mi balenò davanti agli occhi una lama lunga ed acuta, e lo sconosciuto ridomandò: Le gusta?

Perchè potesse burlarmi bisognerebbe ch'io l'amassi. Quelle parole gettate al vento, con un lieto riso, mi suonarono al cuore come una sentenza di morte Bisognerebbe ch'io l'amassi. Dunque non mi amava?