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L'affezione di Barreaux per Sant'Aubert lo rendeva estremamente caro ad Emilia; la di lei maggior consolazione consisteva nel parlare de' suoi genitori con un uomo che stimava moltissimo, e che, sotto un esteriore poco gradevole, nascondeva un cuore tanto sensibile ed uno spirito così coltivato.

Bravo, così va fatto. Neanche a tutte queste belle signore che passano, mi raccomando. Ah, bene! La vedo sorridere, mio caro Guerri. Abbiamo gi

Non può esistere idea di paragone: io sono un nulla, un nulla affatto; ignorato dal mondo, è giusto che io ignori il mondo; così ci trattiamo alla pari. Eh! caro Basilio, voi invano pretendete di celare la vostra immensa virtù; le beneficenze che spargete....

Capisci bene che le son cose da non potersi nascondere. Gli è come una flussione di denti. Ho visto tutto, ho visto. Ma vi giuro.... parola d'onore.... Ma che parola d'Egitto! Quando ti dico che ho visto! O vieni un po' qui e ragiona: che male c'è? L'artista, mio caro, può pretendere alla mano d'una regina. Michelangelo non ha forse sposato la principessa Buonarroti?

Quel fiume ne sorte dippoi più limpido, più maestosamente bello, corre la Prussia, l'Olanda e va a gettarsi in mare sempre lasciando dietro di la più variata vegetazione... Tu parli del Reno! Appunto. Ebbene il Reno presta il suo nome a certi vini che, caro mio, io bevo più volentieri del tuo Champagne e del tuo Bordeaux.

Marco l'aperse, e, traverso le lagrime che gli velavano gli occhi, lesse: «Figlio mio, legittimo e caro: «Il medico mi dice che, se non riesco a rassicurarti sulla tua salute, la tua vita e la tua ragione sono in pericolo.

Cantis s'alzò come invasato dal furore di Marte. Si slanciò presso Marliani, che stava d'accanto ad O'Stiary, e andava battendo colla sinistra un guanto sulla palma della mano opposta. O'Stiary stava colle spalle a lui rivolte, parlando colla Luisa e fingendo disinvoltura. Caro signor Marliani disse il giovinetto avrei a dirle due parole.

Panama, 20 Maggio 18... Caro Cugino Alfredo Blandis,

Io non posso, Ermellina; ti prometto che sono indiavolata per colui: non lascerò giammai quel caro oggetto; mai piú, Ermellina, d'uom cotta fui. Se tu provassi il foco c'ho nel petto per le bellezze, per i merti sui, tu piangeresti e mi compatiresti, e per compassion m'aiuteresti. E qui Marfisa al collo d'Ermellina piangeva e singhiozzava amaramente.

Non c'era niente da far maraviglia; un po' di pratica; questione di esercitare le articolazioni a quel punto di arrivo in linea, i muscoli a quel grado di tensione, ecco tutto. Ecco niente; gridava il generale, con la sua voce di tuono. Se non si trattasse che di esercizio, in tutti i giuochi tu riusciresti eccellente, mio caro. E allora come va che sei sempre una sbercia a carambolo?