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Non v'è sorto dentro un pensiero: traggi, come Dio dal caos, un mondo da questi elementi dispersi; riunisci le membra sparte e pronuncia: È mia tutta e felice; tu sarai grande siccome è Dio creatore e venti milioni d'uomini esclameranno: Dio è nel cielo e Carlo Alberto sulla terra?

Siete venuta, è vero, di nascosto; ma potete andarvene, ahimè, palesemente. Bianca Il vostro braccio. Francesco Un momentino. Bianca Fate bene ad aprire la finestra. Francesco Perchè? Bianca Perchè, in questo salotto destinato alle conquiste, dopo il nostro abboccamento, c’era bisogno di rinnovare un po’ l’aria. Francesco Bianca Dovete essere molto stanco.... Francesco CARLO, poi FRANCESCO. Carlo

Pero` ti sta, che' tu se' ben punito; e guarda ben la mal tolta moneta ch'esser ti fece contra Carlo ardito. E se non fosse ch'ancor lo mi vieta la reverenza delle somme chiavi che tu tenesti ne la vita lieta, io userei parole ancor piu` gravi; che' la vostra avarizia il mondo attrista, calcando i buoni e sollevando i pravi.

«Al Cielo non piaccia che dove gli altri affrontano i pericoli per me, io risparmi la fatica,... Porgete.... io stesso le recherò...» «A Carlo d'Angiò? voi stesso, così ammalato?» «Non monta.... porgete. In queste lettere si d

Perché no? rispose Filippo, levandosi in piedi; e, pagato il conto, uscirono entrambi dal ristorante. Durante il breve tragitto parlarono assai poco. Si giunse presto alla casa del Serbelli in via Carlo Alberto, e i due giovini si salutarono con uno strano sorriso su le labbra, un poco ironico.

Carlo Tittoli era vestito a lutto, certo aveva perduto sua madre! Egli aveva dunque bisogno di consolazioni. Due lacrime calde, grosse, le rigarono le guancie, uno spasimo interno le contraeva il volto. Si morse il labbro inferiore, chinò la sua bella testina fra le mani, i singhiozzi la soffocavano.

Re Ferdinando fu duro verso suo fratello Carlo e verso l'infelice suo figlio Francesco II, cui aveva avuto da una prima moglie. Verso i suoi altri figli e fratelli fu equo e tollerante.

La chiamata di Gregorio III fu fatta a Carlo Martello, il maggiore di que' maggiordomi o pfalz-graf, o capi di gasindi, che eran venuti crescendo presso ai re franchi «fa nulla»; a Carlo Martello, che colle vittorie sui propri emuli, su' grandi ribelli del regno, e principalmente sugli stranieri maomettani, vinti in gran battaglia a Poitiers l'anno 732, s'era acquistato nome e potenza di capo della nazione franca, e quasi della cristianitá.

Il Pontefice, incoronati i personaggi, lascia egli pure cadersi in ginocchio, e invoca a braccia levate lo Spirito Santo; il popolo risponde alla prece con grida tumultuose; le campane suonando a distesa accennano la cerimonia consumata; le trombe vi aggiungono altissimo fragore. Viva Re Carlo! Viva la Regina Beatrice!

Dopo altre peregrinazioni artistiche, mai sempre accompagnate dei più felici successi, il Mariani, nel 1852, venne dal municipio di Genova definitivamente nominato al posto di maestro concertatore e direttore di orchestra al teatro Carlo Felice; posto che l'egregio artista occupò fino all'ultimo, con quanto lustro di quel teatro tutti sanno. Dopo tale avvenimento, l'orchestra del Carlo Felice, se non per numero e valentia individuale di professori, potè chiamarsi la prima d'Italia per quella fusione di elementi, per quella sintesi perfetta, da cui si creano le grandi esecuzioni e gli irresistibili successi. Affezionato alla citt