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80 Ruggier non conoscendo ancor chi fosse chi a sfidar lo mandava alla battaglia, quasi certo di vincere, allegrosse; e le piastre arrecar fece e la maglia: l'aver visto alle gravi percosse, che gli altri sian caduti, il cor gli smaglia. Come s'armasse, e come uscisse, e quanto poi ne seguì, lo serbo all'altro canto.

Osservazioni critiche del Cavaliere d'Urfé al canto V. Bastino gli esempj di Turno nell'Eneide e di Rinaldo nella Gerusalemme.

che la fortuna che tanto s'aspetta, le poppe volgera` u' son le prore, si` che la classe correra` diretta; e vero frutto verra` dopo 'l fiore>>. Paradiso: Canto XXVIII Poscia che 'ncontro a la vita presente d'i miseri mortali aperse 'l vero quella che 'mparadisa la mia mente, come in lo specchio fiamma di doppiero vede colui che se n'alluma retro, prima che l'abbia in vista o in pensiero,

Fra questa giovane virtuosa... di canto e il neo-deputato esisteva da poco tempo un'intimit

Il fruscio dei rami, il canto delle cicale, il lampeggio delle acque, tutte le sensazioni esteriori la turbavano, le mettevano nello spirito un disordine quasi di demenza. L’accumulamento lento del sangue nel cervello, per l’azione del sole, le dava ora una visione leggermente rossa, un principio di vertigine. Le due barche, giunte a un gomito del fiume, non si videro più.

Non gli parve altra volta mai star tanto; che s'un laccio sciogliea, dui n'annodava. Ma troppo è lungo ormai, Signor, il canto, e forse ch'anco l'ascoltar vi grava: ch'io differirò l'istoria mia in altro tempo che più grata sia.

Li` si canto` non Bacco, non Peana, ma tre persone in divina natura, e in una persona essa e l'umana. Compie' 'l cantare e 'l volger sua misura; e attesersi a noi quei santi lumi, felicitando se' di cura in cura. Ruppe il silenzio ne' concordi numi poscia la luce in che mirabil vita del poverel di Dio narrata fumi,

«Nel XIII. si continua di narrare la battagliaIn queste pochissime parole strinse il Chiabrera l'argomento del Canto.

Più alto, ancor più alto che non le azzurre lagrime e i singhiozzi di cui le campane in lutto vanno impregnando la durezza del paesaggio... più alto, ancor più alto che non le grida strazianti dei piroscafi vôlti alle spiagge lontane... più alto, ancor più alto che non la tosse monotona e i singulti esasperati del vapore... con tutta la risonante pienezza de' miei polmoni di bronzo, la tua potenza immensa, o Mare ingordo, io canto!...

E questi uccelletti, così agili al volo, così splendidi di piume, così abili nel canto, sono padri previdenti, mamme amorose, mariti esemplari. In loro la bont