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OTTAV. Gli Dei t'abbian mercé del prezíoso dono, opportuno a me tanto... Ecco... Nerone. A liberarmi... deh!... morte... ti... affretta. NER. Cagion funesta d'ogni affanno mio, dalle mie mani al fin chi ti sottragge? Chi per te grida omai? Dov'è la plebe?

E sai che, per esser mio padre tenuto amico del conte Guido Rangone, non era molto ben veduto da alcuni. CLEMENZIA. Perché mi dici tu quel ch'io so meglio di te? E so che, per questa cagion, andaste a star di fuore al vostro podere del Fontanile; ed io ti feci compagnia. LELIA. Ben dici.

Ma dimmi la cagion che non ti guardi de lo scender qua giuso in questo centro de l’ampio loco ove tornar tu ardi”.

Ma qual vita è tanto umile, che dalla dolcezza della gloria non sia tócca? Questa vaghezza credo che cagion gli fosse d'amare sopra ogni altro studio quel della poesia, accioché per lei al pomposo e inusitato onore della coronazion pervenisse.

Maurizio lo sapeva bene, lo conosceva anche meglio del dottore, il veleno che aveva ucciso quell'uomo. E cadde senza far parola, sul seggiolone a piè del letto, rimanendovi accasciato, assorto ne' suoi negri pensieri. Quante rovine intorno a lui, e per cagion sua, per colpa sua! Il destino.... Si accusa facilmente il destino degli errori degli uomini.

Se cagion altra al mio rider credesti, lasciala per non vera, ed esser credi quelle parole che di lui dicesti». Gi

Tu per non essere d'altri hai voluto piú tosto esser della morte; e io che son cagion della tua morte voglio restar in vita? io restar in vita, per la cui vita tu sei morta? orsú, convien morire, e morrò. Ma dove sono? Forca, dove sei? cosí ti dogli delle miserie mie? FORCA. Taci, la casa di Mangone apre la gola e lo vomita fuori. PIRINO. Un cibo di cosí cattiva digestione non può digerirlo.

E' nol potrebbe fare altri che Dio che l'ami, se non l'ama. TIMARO. Sa bene egli se l'ama o no. SIRO. Non fosse egli piú vivo! Io l'ho cercato: ch'è piú d'otto giorni che non mi fermo mai, notte, sol per saper di questo; e truovo al fine ch'ella l'ha in odio sopra ogni altra cosa. E questo è la cagion. L'ha sempre amata un Filocrate giovin, qual si dice che se la sposi in breve.

ISOCO. Dico che questa giovane fu rapita dalla sua balia e portata in Raguggia sua patria. La cagion della rapina fu che, nascendo la bambina, morí sua madre nel parto; e restando la balia col padre in casa, o che si fusse innamorato di lei o che fusse intemperante di sua propria natura, la ricercò piú volte dell'onor suo.

VIGNAROLO. Che ti ho fatto io? PANDOLFO. Mi dimandi ancor che mi hai fatto? VIGNAROLO. Perché mi volete uccidere? PANDOLFO. Per trarti il cuor dal petto e bevermi il tuo sangue! VIGNAROLO. La cagione? PANDOLFO. Il voler renderti la cagione è un voler tramettere tempo per ascoltar le tue scuse: la cagion è che vo' trarti le budella!