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Don Giorgio?... Ma che!... Un santo era!... E se la parola non bastava, il braccio robusto della lavoratrice si levava per sostenere nel modo più energico la santit

Stendeva il braccio, così dicendo, e quel braccio pareva lungo davvero, con quella bianca mano aperta in atto di minaccia. Come? gridò Gino. Che cosa ardireste ancora? Tutto! Non dimenticate che i vostri Guerri hanno sempre un conto aperto con la giustizia. Sarebbe un'infamia! esclamò Gino, torcendo il viso, inorridito. Come vorrete; replicò Polissena.

Nei larghi fortemente inclinati, in certi punti la terra trapelava con toni neri lucentissimi fra un nevischio diradato come una mussola; in altri luoghi ogni traccia di candore era sparita ed un’erbetta minuscola e tenerissima luccicava al sole. Il Rosso rimaneva immobile, le gambe distese sull’erba, la schiena appoggiata ad un sasso, muto nella rabbia e negli spasimi delle ferite. Ad ora ad ora allungava il braccio sano, raspava quel po’ di neve che gli veniva fatto e mutava empiastri alla piaga; così aveva fermato il sangue. Misurando colla memoria lo spazio che lo separava dalle prime case, contava il tempo che gli rimaneva d’attesa prima che tornasse il compagno. A quest’ora è giunto all’abetaia; avr

E così dicendo, si levò in piedi, socchiuse un'imposta della finestra, e col braccio tenne lontano Leonardo, perchè il raggio che penetrò nella cameretta non gli battesse sul viso.

Il Re appoggiò la mano sul braccio della Regina, e disse timidamente, "Cara mia, riflettici bene su: la è una bambina!" La Regina gli voltò le spalle con viso irato, e disse al Fante, "Rivoltateli!" Il Fante ubbidì, e con un piede li rivoltò cautamente.

Sul ponte del Volturno, con le spalle rivolte alla Riviera Casilina, e ritta sul parapetto, si stagliava sul livido cielo la statua di S. Giovanni Nepomuceno: un rigido braccio era steso al fiume e la mano spiegata ne benediceva il queto cammino trascorrente lungo le umide rive, a occidente. Erano ancora illuminate, in quel marmo barocco, la testa del santo e il busto suo quasi tutto: le membra inferiori, gi

Erano venuti fuori di casa e si avviarono passo passo lungo un viale. Agenore offrì il braccio alla signora, si guardò parecchie volte intorno e finalmente sprigionò un lungo sospiro. Da che deriva il sospirare dopo pranzo? domandò Ernesta levando gli occhi a guardare in faccia il suo cavaliero.

Mentre era per rispondere, Loredana scorse sulla mensoletta di legno scolpito la piccola figura di biscuit, una pastorella settecentesca con un canestro infilato sul braccio e un piccolo fiore nella destra che offriva. La giovane si alzò a prenderla e la fissò attentamente.

97 Se de l'aspra donzella il braccio è grave, quel del cavallier nimico è lieve. Ben la misura ugual l'un da l'altro have: quanto a punto l'un d

La notte seguente, all'istessa ora circa, Dorotea venne a prendere Emilia e portò le chiavi dell'appartamento della marchesa, che si trovava dalla parte opposta, al nord. Dovevano passare vicino alle stanze della servitù, e Dorotea desiderava sfuggire alle loro osservazioni. Volle dunque aspettare un'altra mezz'ora ond'assicurarsi che tutti i servitori dormissero. Era quasi un'ora dopo mezzanotte allorchè si misero in cammino. Dorotea andava innanzi e portava il lume; ma il suo braccio, indebolito dal timore e dalla vecchiaia, tremava forte, che Emilia, presa ella stessa la lucerna, s'offrì a sostenere i di lei passi mal sicuri. Bisognava scendere lo scalone, traversare gran parte del castello, e salire l'altro situato al nord. Non incontrarono nulla che alterasse vie maggiormente la loro agitata fantasia, e giunte in cima alla scala Dorotea mise la chiave nella serratura. «Ahdiss'ella sforzandosi di girarla; «è chiusa da tanto tempo, che forse la ruggine non ci permetter