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«Le mie debolezze o colpe, che ti piaccia chiamarle furono molte. Io non accuso i miei conoscenti ed amici di averle esagerate. Perocchè se io non ebbi mai l'accortezza di nasconderle quando l'occhio maligno dalla societ

La casa di Maria rimaneva a poca distanza dall’ultima cinta esterna del castello. Selvaggia, allorchè la salute le consentiva d’uscire un poco a diporto ( di lunge andò mai, poichè qualche malvivente si disse e fu visto rigirar di soppiatto per que’ dintorni), raramente se ne tornava senza averle fatto una visita. Un tal giorno che vi si recò:

Il De Mena, quantunque ingannato del pari che il suo protettore dalla universale pedanteria e trasandato dietro ad essa, ottenne nella sua patria il soprannome di «Ennio castigliano», forse per averle regalato un poema di maggior mole che non quelli de' suoi predecessori.

Le due donne, ch'eran rimase sommamente maravigliate dalla quasi magica vista di quelle due barche battaglianti sul lago nel massimo infuriare della procella, percorrevano colla fantasia tutte le possibili cause che potevano averle col

SANTINA. Lo so meglio di te, non bisognaria che lo dicessi a me. GERASTO.... e v'ho fatto mille tradimenti per averle le mani adosso.... SANTINA. Ma poco ti ha valuto. GERASTO.... Oggi vedendo l'occasione che la casa andava sozzopra, la feci prender da certi amici e la feci condurre in questa camera terrena oscura, e io mi serrai con lei.

che averle dentro e sostener lo puzzo del villan d'Aguglion, di quel da Signa, che gia` per barattare ha l'occhio aguzzo! Se la gente ch'al mondo piu` traligna non fosse stata a Cesare noverca, ma come madre a suo figlio benigna, tal fatto e` fiorentino e cambia e merca, che si sarebbe volto a Simifonti, la` dove andava l'avolo a la cerca;

Rosmunda! saltò su a gridare, non senza sbruffi, il marchese Tartaglia. Ah! l'avete pigliato proprio sul serio, il mio Alboino? chiese il Pietrasanta, voltandosi all'interruttore. Orbene, , Rosmunda, figlia di Cunimondo, re del Belgio, la quale poi volle un mal di morte a Percivalle Doria, per averle guastata la festa, e fu cagione che re Alboino lo cacciasse dalla sua corte

Per avventura, cugino Bartolomeo, diceva egli sottovoce al valoroso parente, mettendogli l'eccelsa mano sulla spalla, sono stato io, con certe parole un po' matte, che vi ho fatto saltar la mosca al naso? E non mi pento di averle dette, se mai. Per opera vostra sapranno i villani che a toccare i Fieschi ci si scottan le dita.

Marta s'ingegnava di farle animo, diceva che di quelle scosse di nervi n'aveva provato anch'essa; e parecchie volte pigliava la via della montagna, e tornava carica d'erbe che conosceva per buone a quei mali; ma l'indomani le buttava via senza averle adoperate. A guarire la signora sarebbe occorso altro aiuto.

Ella tirava, macchinalmente, ad una ad una, le violette dal mazzolino che teneva nelle mani e dopo averle fatte girare intorno al dito, le buttava in acqua, seguendole un momento con l'occhio. Poche ne rimanevano, smorte, quasi appassite nella larga foglia verde che le accartocciava, penzolanti sugli stelucci. Eri solo? finì d'interrogare lei, sempre tenendogli piantati gli occhi sul volto.