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Amore mio, amore mio ella riprese, tenerissimamente, carezzandogli una mano non tormentarti, te ne prego. Non ti dico nulla, non ti domando nulla: la mia voce e le mie parole ti agitano, lo vedo. Lascia ch'io stia vicino a te, così, in silenzio. Era, difatti, seduta accanto a lui, sul divano, e gli aveva passato un braccio sotto il braccio; aveva appoggiata lievemente la testa sulla sua spalla.

L'uscio del salotto era socchiuso, e dalla fessura egli potè scorgere Maria appoggiata alla finestra, che gli voltava le spalle, e allora, ricordandosi che quella donna per tanti anni era stata come una sorella per lui, entrò risoluto, chiamandola per nome.

Mi trovo la forza di aprire la portiera. In una mano ghiacciata è appoggiata una manina tremante. Non ci parliamo, ma ci guardiamo, camminiamo accanto. Quei due esseri pallidi, senza voce, tremanti come bimbi sono un uomo a trent'anni forte e coraggioso, una donna di spirito e di coraggio. Alla porta le faccio una domanda insulsa, inutile. Hai il biglietto? Lo ha, me lo mostra. Passiamo.

Quanto alla spada egli la sollevava ignuda appoggiata alla clavicola, come sogliono gli officiali alle rassegne. Nulla di più seducente: era una cosa da scoppiar dalle risa.

Qualche settimana prima in una camera d'apparenza modesta di una modestissima casa di Rimini la giovane donna, che il conte di San Giorgio aveva cercata invano a Pesaro, Gabriella, se ne stava sola, appoggiata ad una finestra, come se avesse bisogno di respirare un po' d'aria. Pareva immersa in riflessioni dolorose.

Il signor Aminta, che fino allora lo aveva preceduto, gli faceva cenno di passare in un'altra stanza, più piccola, ma più arredata della prima. Il nostro giovanotto vide una tavola di querce appoggiata al muro, e alcuni seggioloni con le spalliere e i sedili di cuoio; roba antica, se volete, ma non elegante. Di l

Dopo qualche tempo, depose il libro avendo sonno; accomodatosi alla meglio sulla sedia, si addormentò. Gli parve vedere in sogno la camera, ove si trovava realmente; due o tre volte si svegliò dal sonno leggero, sembrandogli scorgere la faccia d'un uomo appoggiata alla sua sedia.

Matteo rimase in piedi da una parte del letto: Nora dall'altra, quasi inginocchiata, tutta appoggiata, buttata sulla sponda, e gli bisbigliò, coll'alito caldo: Anche tu dovrai essere ragionevole.... buono.... Il Casalbara ebbe un brivido, un fremito in tutto il corpo.

Vi eran parecchie signore. Le signore, nel cortile dei Leoni, fanno ogni sorta di fanciullaggini; mettono il viso fra le colonne gemelle, si nascondono negli angoli oscuri, siedono in terra, stanno per ore immobili colla testa appoggiata sulla mano, sognando. Quelle signore facevan così.

Non ti domando più che una parola.... sola.... Di colpo si spense il lume: il Casalbara non vide, non udì più nulla. Allora, sempre colla fronte appoggiata ai vetri si mise a piangere, silenziosamente. A poco a poco il freddo gli penetrò nelle ossa.... e col freddo il timore di risvegliare Eleonora co' suoi singhiozzi.