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Non osavo muovermi parlare; lucide, lancinanti, memorie di spose morte così fra i primi amplessi del marito, mi si piantarono nel cervello. Ma come ella avesse intuita la mia angoscia superiore alla sua, Lidia mi gettò le braccia al collo. Perdonami! disse nuovamente. Ho paura!

Dunque a l'orecchia d'Ottoman fien conte Per me novelle di cotanta angoscia? Ch'ogni più gran guerrier di vita è tolto? E che 'l campo disperso in fuga è volto?

L'Albani, che ascoltava con angoscia impaziente, appena fu esaurita la lettura di quel primo documento, si rialzò dal suo seggio, e tutti notarono con meraviglia come il di lui volto, poco dianzi allibito dalla collera, esprimesse calma e fiducia.

Come giunse il cruccioso momento che dovea per sempre rapire la cara estinta alla magione dell'incolpato viver suo, la sconsolata figlia in negra veste la seguì alla chiesa, ed ivi prostrata sul suolo presso alla funerea bara, con gemiti repressi per angoscia e per religioso terrore, pregava la pace all'anima benedetta.

Egli si era al lontanato sospirando, dopo avere scambiato un lungo e triste sguardo con donna Livia.... La duchessa ebbe un istante di dolore, di vera angoscia.... «No, mai più lo rivedrò, disse quindi.... Dio! fate che io possa dimenticarlo!... pensai morire in vederlo!... Ma non mi ha amata quanto credevo!... Però non avrei esitato egualmente.... Ora non ho tempo da perdere.

E siccome la stecca dello scultore non le aveva ancora aperto gli occhi, così il bellissimo volto ovale prendeva espressione di tale disperata angoscia da far proprio male a guardarlo. Che cosa volesse rappresentare con essa il giovane scultore Vittorio D'Arèba non avrebbe saputo dirlo neppur lui.

Ma in quell'ora, a fianco d'Emilia, Cesare cominciava a provare una specie di deliziosa angoscia, turbato dal presentimento del destino. , è molto tranquillo il villaggio, egli soggiunse, e ci si diventa molto pigri. Io non mi occupo di nulla, e non trovo tempo di scrivere agli amici. Io pure, disse Emilia sorridendo, non ho che abitudini d'ozio....

In una lucente giornata autunnale Valeria, a Milano, in casa della zia Carlotta con cui viveva, ricevette la lettera di Nancy, la triste lettera scritta a New York durante quelle prime settimane di angoscia e di miseria. La fine della lettera era lieta e piena di speranza. Aldo aveva una occupazione dignitosa e rimunerativa. Anne-Marie stava bene. Dunque, che la mamma non si tormentasse.

Affannosa ascensione su, su, di angoscia in angoscia fino al delirante singhiozzo amaro, fino allo straripamento delle lagrime più dolci, nel lago altissimo di quell'amore in cui vorrei annegarmi, annegarmi annegarmi!

E Lidia rispondeva: , mio signore e padrone! con un accento, con un sorriso, con un passaggio d'ombra e di luce, i quali erano straziantemente irreproducibili. Di giorno, Lidia ridiventava un po' sarcastica; non so, ma credo che ripensando alla propria angoscia, ella facesse ogni mattino questa promessa a medesima: Stanotte, mi rifiuto!