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Con molte circonlocuzioni, Alberto Varedo scriveva da Roma a Bardelli ch'era dispiacentissimo di non poter conservargli il posto di assistente che egli occupava gi

In lui vedo riposta la speranza della nostra redenzione; Carlo Alberto sia dunque il nostro capo, il nostro simbolo; gli sforzi di tutti gl'italiani si concentrino in lui. Fuori di lui non vi può essere salute. «Uniamoci dunque tutti nel solo pensiero della guerra allo straniero; facciamo per la guerra ogni sorta di sacrifici.

Ma se io esco di qui gli è per recarmi subito al tribunale, e sapete cosa romba sul capo a quel povero Alberto Sampieri? o la morte od una perpetua prigionia.... l'ignominia sempre.

Alberto, prendete queste due piccole violette che ho legate insieme con uno de' miei capelli, che ho baciate, che ho tenute sul mio cuore e che vi mando perchè le mettiate sul vostro; così come vorrebbe esserci la vostra, tutta vostra =Elvira=. Le due violette si trovavano ancora in mezzo al foglio, fermate con un piccolo taglio nella carta. Il capello non c'era più.

40 Vedi in un bello ed amichevol groppo de li principi illustri l'eccellenza: Obizzo, Aldrobandin, Nicolò zoppo, Alberto, d'amor pieno e di clemenza. Io tacerò, per non tenerti troppo, come al bel regno aggiungeran Favenza, e con maggior fermezza Adria, che valse da nomar l'indomite acque salse;

Lo squarcio erudito del patriota di Faenza riscosse dal sonnambulismo il capitano innamorato; e, in istile satirico, rompendo il silenzio: Sta in difesa di Alberto Mario che Bovianum rimase distrutto da Silla!

Il general Sirtori è una di quelle fisonomie di Alberto Durer che esprimono il mistero e portano il suggello della fatalit

La signora Merelli salutò, un po' impacciata, inesperta, tenendosi per mano una marmocchietta che rosicchiava una crosta di pane. La famiglia è tutta qui? chiese Alberto girando gli occhi.

Condannata a stare continuamente con gente antipatica e stupida, cui ella era naturalmente uggiosa, legata ad un marito che oramai odiava, e che con la maggior calma possibile l'aveva sempre resa infelice, tutte le tristezze le calavano addosso ad un tempo; si sentiva più desolata, più abbandonata che prima di conoscere Alberto.

Il 23 di marzo 1848 il Re Carlo Alberto bandiva la guerra all'Austria, ed il 27 dello stesso mese si metteva alla testa delle sue truppe con a Capo di Stato Maggiore il generale Salasco.