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Si aizzi il leone! tuonò una voce. Silenzio! gridò Ahmed Mohamed. Per la seconda volta il leone si raccolse su sè stesso ruggendo e si slanciò innanzi, e per la seconda volta ricadde senza forze. Un sorriso spuntò sulle labbra di Ahmed che guardava fisso Abd-el-Kerim sempre impassibile. Miracolo! Miracolo! ripeterono i dervis.
Egli passò rasente al muro opposto a quello dove trovavasi l'arabo e continuò a camminare chiedendo di quando in quando: Rispondi, Sceiquek, maledetto dal Profeta. Dove ti sei cacciato tu? Abd-el-Kerim aspettò che si fosse allontanato, poi saltò fuori e si precipitò verso l'uscita del corridoio, ma non ebbe il tempo necessario per condurre a buon fine l'audace progetto.
Mi disse di avvisarvi che lo schiavo di Abd-el-Kerim era fuggito dal campo, forse diretto per Chartum. Chi!... Il negro Omar? Sì, Omar fuggì durante una notte oscura, nè più ricomparve al campo. Notis rabbrividì, ma poi si mise a sorridere.
Abd-el-Kerim sentì mancarsi le forze. Esitò, volle fuggire, ma gli fu impossibile e si spinse macchinalmente innanzi, senza fare il menomo rumore. S'arrestò a pochi passi dall'almea che continuava a sbattere il tamburello con un ritmo cadenzato e malinconico. Egli tese le braccia avanti. Fathma!... Fathma! mormorò con voce tremante. L'almea si volse verso di lui. CAPITOLO V. Il Rapitore.
Quando Abd-el-Kerim giunse agli avamposti il sole cominciava a far capolino fra le gigantesche foreste del Nilo e il campo a svegliarsi. Qua e l
Il nubiano fece un salto gigantesco gettando un ruggito di dolore e cadde a terra con una gamba spezzata da una palla. Prima che potesse risollevarsi o porsi sulla difensiva, Omar gli ruinava addosso coll'jatagan in pugno. Guardami in volto, Takir! gli urlò agli orecchi lo schiavo di Abd-el-Kerim. Omar! esclamò con profondo terrore il nubiano.
I due equipaggi ci presteranno man forte. Siamo intesi. Tu Ibrahim ti rechi a Quetêna a giuocare un brutto tiro al greco. Alla sera noi assaliremo l'abitazione e libereremo Fathma. Orsù, a bordo, che ho una fame da lupo. Andiamo Daùd, disse allegramente Omar. Se riusciamo dò duecento talleri a ciascuno di voi. Ah! mio caro Notis, non sai ancora quanto possono fare Abd-el-Kerim ed il suo schiavo.
Abd-el-Kerim, continuò Ahmed, con un tono di voce che tradiva la collera che ruggivagli in petto, frenata solamente da uno sforzo straordinario. Sai perchè ti feci arrestare e tradurre qui come un prigioniero? Come vuoi che io lo sappia, disse l'arabo che comprese subito l'immenso pericolo che correva e che la sua vita era appesa ad un semplice filo.
Come può amare un arabo. È troppo poco Abd-el-Kerim. A me sembra sufficiente, Oòseir. Mi sembri un po' freddo, oggi. Una volta parlavi con più fuoco. C'è pericolo che la lontananza e la vita del campo abbiano a spezzare il nodo? Non lo credo, rispose l'arabo quasi di cattivo umore. Elenka è sempre radicata nel mio cuore. Eppoi chi ardirebbe romperla con quella creatura?
Quando noi lasciammo l'isola, mi dissero che fra qualche giorno sarebbe partito per Om-Qenênak. E allora, dove ritroveremo Abd-el-Kerim? chiese Fathma con viva emozione. Gran Dio! Se noi non lo ritrovassimo più?
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