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E non è noto forse, per deposizione di tutti i soldati reduci, com'anche a Waterloo quella dea sia stata veduta correre su e giú pel campo, vestita di velluto nero, con due pistole nere in cintura e con in testa un cappelletto nero all'inglese?

Questi era ancora a letto, immerso nella descrizione della battaglia di Waterloo, nella tiepida tranquillit

Mi portano a vedere le scuole comunali, dove fo un discorso sopra questo tema: La battaglia di Waterloo fu vinta sulle panche delle scuole. Prometto una croce di cavaliere al segretario comunale, perchè tutti i miei competitori hanno fatto altrettanto. L'omnibus, guidato dal vetturino briaco, mi porta a Urbicaro.

«Intanto, se questa lettera non è il Waterloo del mio povero amore, seguitiamo ad amarci da lontano. Scriviamoci della lirica epistolare. Ed, imitando quei grossi ragni da giardino di cui avevate tanta paura nelle nostre gite campestri, gettiamo delle fila che forse il vento romper

«Dopo la battaglia di Waterloo e la seconda abdicazione di Napoleone, Luigi XVIII volle deferire ai consigli di guerra i colpevoli di aver tradito il re prima del 23 marzo, e di avere attaccata la Francia e il suo governo a mano armata. Con ordinanza del 24 luglio mandò Ney, Cambronne ed altri ai giudici militari. Il maresciallo fu difeso da Berryer, padre, che sostenne l'incompetenza del Consiglio di guerra. Queste furono le ragioni sostenute: il giudizio su preteso crimine di Stato non essere domandato ad un Consiglio di guerra. Il sovrano, capo dell'esercito, si osservò, non poteva pronunziare in causa propria, per giudizio dei suoi ufficiali. L'articolo 33 della Costituzione affidava alla Camera dei Pari la procedura per i crimini di alto tradimento. Gli articoli 62 e 63 vietavano di sottrarre un prevenuto ai suoi giudici naturali. Il re per un altro articolo del Patto costituzionale stretto con la nazione aveva renunziata la potest

Eccovi qui un uomo che in Inghilterra sarebbe divenuto tutt'al più un tamburino, e che in Francia è stato creduto un gran generale. Ma non importa, tutti sanno che a Waterloo le ha buscate dagli inglesi.

Poco prima la nazione aveva respinto con lodevole moderazione gli arditi disegni di conquista di Polignac; adesso i vinti di Waterloo avevano riportato la vittoria sulle barricate, e subito mille e mille voci levarono il grido: «vendichiamo Waterlooquasi che la battaglia della Belle-Alliance non fosse stata essa stessa la vendetta di un nefando assassinio!

Il duca di Landolles, emigrato rientrato e rallegato a Bonaparte imperatore, aveva maritato le sue due figlie con due generali: l'una al conte di Saint-Alleux morto da una granata a Waterloo; l'altra al conte di Muge riavvicinato ai Borboni ed ucciso in Africa da Abdel-Kader.

Gli è vero, che nella sua prima gioventù quel padre era stato dragone. E' si chiamava allora il conte di Landrolle. Si chiama adesso il padre d'Ebro. Aveva disertato da Napoleone a Waterloo, al seguito di Bourmont. La messa, che scivolava allo spiccio, passava per sopra al suo capo. E' non ne aveva bisogno.

Ma non avrebbero allora il piacere di vedere il loro privilegio notato da molte. La maschera di cera di Napoleone assiste impassibile a questa nuova ritirata di Waterloo.