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Il vecchio elmo di Scipio, Che ti stracciò la chioma, Lascia alla morta polvere Dell'infeconda Roma. Sorgi, fanciulla, al tenero Sospir d'un nuovo amore Di nuove nozze a tessere La veste tricolore. Stesa la mano al vomero, Cinta di fiori e spiche, L'opere tue vendemmia Sulle memorie antiche: Forte dall'urne esauste Di mutola rovina Il risonante spirito Aliti la fucina.

Ma ciò che V. M. non sa per certo, è il luogo ove i cospiratori si riuniscono ed il capo del complotto. Credono? Io ripeto ciò che mi han detto. Che M. V. ne giudichi del resto. Ebbene? Ebbene, il sito ove i cospiratori tengono le loro sedute è la villa abitata da lady Keith, al Vomero, ove abito io stessa da qualche settimana in qua. E voi avete visto codesti cospiratori?

SANTINA. Ci è altro sotto: lasci il tuo terreno incolto per cacciar il vomero nell'altrui terreni; ma s'io me ne accorgo, farò le mie vendette. GERASTO. Su su, finiamola, ché saresti per durarla tutto oggi. Dove ti eri avviata? SANTINA. Io non ho da uscire, vo' tornarmene a casa. GERASTO. Entriam, su presto. ESSANDRO solo.

Così, tutti spingevano al movimento: gli uni per rovesciare il trono; gli altri per avere un pretesto di sgozzare i liberali. La sede della controrivoluzione era a Palazzo. Il quartier generale della rivoluzione era alla villa Belvedere, al Vomero, presso di lady Keith.

Un'ora dopo, assisa nell'elegante carrozza del marchese di Tregle, questi a lato di lei, il barone di Sanza in faccia, i cristalli della carrozza chiusi, traversarono la strada di Toledo, il largo Mercatello, la salita degli Studi, l'Infrascata, Tarsia, e si diressero al Vomero alla villa Belvedere. Che cosa divina il cielo azzurro di quel paese! Che primavera radiante!

Ritornerò. Io abito in casa di lady Keith, al Vomero. Ma, ve ne scongiuro, non mandatemi a cercare: io vi ricevo un ricovero caritatevole. In casa di lady Keith? gridò il principe di Schwartzemberg. Comprendo alla fine. Il re vi ricever

Tu non sai che farti dell'amore dei libri; ami forse, ma non in quel modo: vuoi essere data la legge. Non t'importa che la cronaca ti dica che la gente onesta, pulita, che si rispetta, va a Castellammare o a Montecatini; tu resti un galantuomo, prendi l'asino e te ne vai sul Vomero. Il giornale ti dice di votare pel tal dei tali, tu non ne fai niente.

Dimandatelo al bifolco romano quando ei rintuzza la punta del vomero nei teschi che imbiancano le zolle del suo campo, od al Ciociaro¹ quando bestemmia per gl'inciampi che il suo cavallo trova ad ogni passo sul vecchio Gianicolo! Le loro ossa?... Son seminate sulla Via Scellerata e non un sasso sorge sulla sepoltura di quei valorosi!

Bambina ebbe un'intuizione completa dell'opera cui aveva compiuta. Ella sentì l'onore di suo fratello compromesso, il proprio perduto. Ella vide la croce episcopale al collo di suo fratello come un anello della gogna; il proprio viso cauterizzato dai baci sacrileghi del gesuita; un abisso! E la scandagliò tutta questa visione infernale, durante il subito silenzio ch'era succeduto allo slancio affettuoso di Don Diego, nel tragitto dal Vomero all'angiporto della via Campanile. Bisogna dirlo? Ella non si spaventò. Una voce intima le susurrava dolcemente, solennemente: tu hai fatto il tuo dovere! l'infamia che ne spruzza ricade sopra coloro che ti han messa in questa necessit