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È strano che mi domandi una cosa che m'è venuta in mente tante volte in questi giorni. Vuoi dire, se ho saputo volere almeno un momento. Forse. . Almeno un momento. Difficile! Quando ho accettato ero persuaso di volerci durare.... Ma, se mi hai visto, mi son messo subito a scrivere un biglietto per mandarlo laggiù dove mi aspettavano a colazione.

E tutte le volte che potevamo, mandavamo loro le nostre pagnotte e la nostra minestra. Senza le nostre cinque o sei o sette o dieci pagnotte al giorno avrebbero fatto della fame tutti i giorni. Perdio in prigione si patisce inesorabilmente la fame.

Non vi si facevan fare gli esercizi militari? , tre volte la settimana. «I miei compagni erano tutti minorenni e tutt'altro che simpatici. «Mi consideravano, per le mie idee, un ladro. Dicevano che volevo la roba degli altri. Erano sboccaccioni che mi facevano schifo. Sono esseri degradati, depravati, rotti a tutti i vizi.

E quanto a quello che ho detto: che prima fa di bisogno sapere la cagione perché sia stato introdotto l'uso del danaro, dico che Aristotile, padre e fondatore delle umane scienze, in quei capitoli dell'Etica e della Politica giá dall'autore citati, in questo modo diffinisce: «L'uso del danaro essere stato introdotto dagli uomini per necessitá e sotto ordine di legge, affinché fosse mezzano per poter fare piú agevolmente le uguali permutazioni e commutazioni in quelle cose che a ciascuno facessero di bisogno, ed anche acciocché fosse una pubblica e comune misura a tutti per poter fare tali contratti giustamente, e che ne' pagamenti ciascuno, in qualunque paese che si trovasse, potesse intieramente conseguire ogni sua ereditá, fosse per qualsivoglia causa creata». Ma, perché in tutte le zecche vengono cavate le fatture dal corpo delle monete, ed ancora per essere fatte sotto ordini diversi da cittá a cittá e da provincia a provincia, onde ne procede che di tempo in tempo, ed anco quasi di continuo, vengono alterati i prezzi dell'oro e dell'argento, per lo che sono poi fuse e rifatte le monete da paesi a paesi; però il danaro non può essere la detta pubblica misura, perciocché, per le differenze che si trovano tra le monete fatte e coniate sotto l'autoritá di un principe a quelle di un altro, il piú delle volte da molti popoli vengono ricusate, ora per li bandi sopra esse fatti ed ora perché non le vogliono accettare, dubitando di non poterle poi spendere in altri paesi se non con gran perdita, ed anche perché non le tengono per cosí buone come quelle ch'essi sono soliti di spendere nelle loro cittá o patrie.

Ho tante volte visto vicina la morte e le ho sempre resistito: perchè dovrei proprio morire in questi due anni?

Non è naturale che arda di trovarvi sola una volta per dirvi il mio amore in termini tali da non lasciarvene dubitare? Ne parlate troppo e troppo chiaro. Che fate? Provo a spiegarmi tacendo. Che vuol dire? Vado. Oh! vi bacio la mano tutte le volte che v'incontro e non ve ne avete mai per male. Dovreste capire che essendo a casa vostra, il linguaggio ed i modi che adoperate sono di pessimo gusto.

Di quale Margherita di Francia intendesse parlare, che relazione corresse fra questa e il duca di Borgogna, come quella favola bastasse ad infeudare il castello alla casa Borgognona, l’oste non mi seppe dire. Mi rifece la storia del serpe tre o quattro volte, sempre colle stesse parole e tirandola sempre alle stesse conclusioni.

Egli respirò due o tre volte forte, s'appoggiò alle spalle d'un suo collega come per sentire qualche cosa di caldo e di vivo accanto a , e ripigliò quella storia di morte: «Ad un tratto una parola orrenda mi suonò all'orecchio. « L'occhio s'è fatto vitreo. Non vede più.

Ed essendo mortale, gusta el bene degl'inmortali; ed essendo col peso del corpo, riceve la leggerezza dello spirito. Unde spesse volte il corpo è levato da la terra per la perfecta unione che l'anima ha facta in me, quasi come il corpo grave diventasse leggiero.

Ah, non la temo; diss'egli. Tante volte l'ho vista da vicino, la morte! Ma vorrei vivere quanto basta, fossero settimane soltanto, fossero giorni, per uscirne coll'onor mio, per confondere i nemici del mio nome, e del vostro. Di operare altre cose nel mondo non ho più speranza oramai. Vanno gi