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«Ecco fatto: adesso voltati marmottaLa bimba ubbidì subito; si voltò, tenendo la testa bassa; ma sul grembiulino bianco, inamidato, si vedevano qua e l

allora, oggi; rispose il marchese Paolo; quantunque oggi, a giudicarne da certi indizi, mi sembri che se si va.... Non si torna più, volete dire? Ebbene, non si torni; replicò il conte Jacopo. I vecchi Malatesti si contenteranno di finire con me. Non sono mai stati furbi, lo sapete; sarebbero assai più di quel che sono, se si fossero voltati, come i girasoli, ad ogni sole nascente.

TEODOSIO. Che dimande son queste? Un canchero! CAPITANO. Por ti es buen pasto que has comido. TEODOSIO. Cacasangue! CAPITANO. Buen provecho. TEODOSIO. Voi vi fate beffe di me: cosí s'adempie l'uffizio della giustizia? LAMPRIDIO. Vòltati qua, gli alberi che fioriro l'estate che verrá, che frutti produrranno la primavera passata? TEODOSIO. Produrranno una forca dove fosti appiccato!

15 Voltati sopra Mongia eramo a pena, quando ci assalse alla sinistra sponda un vento che turbò l'aria serena, e turbò il mare, e al ciel gli levò l'onda. Salta un maestro ch'a traverso mena, e cresce ad ora ad ora, e soprabonda; e cresce e soprabonda con tal forza, che val poco alternar poggia con orza.

LIDIO maschio. Che «va' sano»? Voltati a me. SAMIA. Oh! oh! oh! A te, . Costui voglio, non te. Tu odi. Tu addio. LIDIO femina. Che «addio»? Non di' tu a me? Non son Lidio, io? SAMIA. Madesí. Desso sei tu; tu no. Te cerco io; tu va' al camin tuo. LIDIO maschio. Sei fuor di te. Guardami ben. Non son quello, io? SAMIA. Oh! oh! oh! Pur ti conobbi. Tu Lidio sei. Te voglio; te no.

La povera gente, gli operai, si accalcavano al banco: il venditore smerciava perfino duecento porzioni del suo manicaretto in una sera. Alcuni avventori, preso il piatto e la forchetta, si allontanavano dal banco, si mettevano vicino alle case, e voltati verso il muro, diluviavano allegramente. Era quella l'ora della ritirata militare!

Nel palazzo municipale v'è un Museo di Pittura che si potrebbe chiamare il Museo di Franz Hals, poichè i capolavori di questo grande artista ne sono il principale ornamento. Nato, come tutti sanno, a Malines, sulla fine del secolo decimosesto, egli visse molti anni in Haarlem, quando vi fioriva la pittura di paesaggio, e vi soggiornavano, fra gli altri illustri artisti olandesi, il Ruysdaël, il Winants, il Brouwer, il Cornelio Bega. La sala principale del Museo, che è vastissima, è quasi tutta occupata dai suoi grandi quadri. Entrando, si ha per un momento un'illusione singolarissima. Par d'essere entrati nella sala d'un banchetto, diviso, come sogliono essere i grandi banchetti, in varie mense; e che al rumore dei nostri passi, tutti i commensali si siano voltati per vederci. Son tutti gruppi d'uffiziali degli arcieri e d'amministratori d'ospedali, di grandezza naturale, quali seduti, quali in piedi, intorno a tavole splendidamente apparecchiate; e tutti coi visi rivolti verso chi guarda, come gente atteggiata davanti a una macchina fotografica. Da qualunque parte uno si volga, non vede che faccioni pieni di bonomia e di salute, e occhi fissi nei suoi che par che dicano: Mi riconoscete? E v'è tanta verit