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E tutto un popolo dietro lui si mise: e dalla gioventù universitaria, dalle officine, dai campi, dal commercio, dalle schiere volontarie del 1860 e del 1866 proruppe, eco formidabile, il plebiscito degli italiani, che gli si stringevano intorno, anelanti a consacrare nella eterna Roma il nuovo patto della patria una e redenta. Invano la diplomazia tentò sbarrare la via alla crociata garibaldina.

E un'altra voce disse, mentre il guardo accennava a molte di quelle forme: che manca ad essi? noi cademmo vittime volontarie dello straniero, per insegnar loro che chi vuole redimersi non deve sperare salute fuorchè dalle proprie braccia e dalle armi proprie. Perchè fidano anch'oggi a conciliaboli e decisioni di stranieri le proprie sorti?

Ai Rettori delle rivoluzioni volontarie fanno mestieri sagacia grande, e virtù: importa ch'ei procedano lieve, lieve, che le carni sono scoperte e per poco s'infiammano, ed io ho creduto sempre, e tuttavia credo, che le regole generali, e le teorie della scienza sul principio delle rivoluzioni non approdino, anzi nocciano, e molto: a guidare gli esordii delle rivoluzioni, per mio avviso, si desiderano uomini ricchi di partiti; i quali nella moltitudine delle contingenze o varie, o discordi, o contrarie si schermiscano con rimedii empirici, sempre mirando a disporre la materia così, che un giorno accolga volonterosa l'ordinamento scientifico.

Due grandi principî del mondo presente lottarono quel giorno, nemici mortali; da un lato il capo della rivoluzione nazionale e della democrazia, alla testa delle sue schiere volontarie composte anche di patriotti di antiche stirpi; dall'altro lato il difensore del potere temporale dei Papi, con soldati volontari delle più cattoliche regioni d'Europa, molti dei quali animati da zelo ardente di crociati, pieni di odio contro l'Italia e la rivoluzione; figli questi in gran parte di antiche case legittimiste di Francia, del Belgio e della Polonia.

Noi non avevamo mezzi pecuniarî. Io andava economizzando quanto più poteva sul trimestre che mi veniva dalla famiglia: i miei amici erano tutti esuli e dissestati in finanza. Ma ci avventurammo, fidando nell'avvenire e nelle sottoscrizioni volontarie che dovevano venirci se i nostri principî tornavano accetti. Il Manifesto escì sul finire, a quanto ricordo, del 1831.

Le specie di lussuria consumata, sia naturaIe, sia contro natura, a cui accennammo, non ammettono leggerezza di materia. Infatti, non ripugna forse manifestamente che si possa abbandonarsi a fornicazioni o a polluzioni volontarie, le quali non abbiano in che una leggiera sostanza peccaminosa?

All'atto del 3 novembre i Pontificî erano usciti da Roma in numero di 3000 al comando del generale Kanzler, seguiti dalla brigata francese Polhès, forte di 2000 uomini, per impadronirsi di Monterotondo e cacciarne le schiere volontarie. Garibaldi doveva prender questo.

C'era stato di mezzo quel Rigo, il gobbo, che aveva preparata la fuga e mi sorvegliava. L'ombra che scivolò lungo il muro... La ricorda? Rigo. Maledetto!... Si tacque per un momento. Respirava forte, quasi a stento. Stavo per dirgli che smettesse di parlare quand'egli continuò: Presi un anno e tre mesi di prigione per ferite volontarie.

Alla fine di settembre il Lazio offriva uno strano e comico aspetto. Mentre lo Stato Pontificio si preparava a contrastare con tutte le sue forze l'occupazione di Roma e di tutto il territorio, ai confini facevano le loro evoluzioni da 10 a 20,000 soldati italiani, in una attitudine equivoca e misteriosa, che avrebbero dovuto tener lontano dai confini le schiere volontarie, ma, viceversa, le lasciavano palesemente entrare e uscire, mentre essi stessi cantavano inni patriottici, col ritornello: «Andremo a Roma Santa». Stavano, coll'arme al piede, a guardare tranquillamente centinaia di camicie rosse, divise in piccole bande, aggirarsi intorno ai confini, ardendo dal desiderio di irrompere nella regione pontificia, mentre il loro duce, il capo del movimento, il cui nome era da solo un grido di guerra, era ancora relegato sullo scoglio di Caprera. Intorno a quest'isola incrociavano sette legni da guerra italiani, come gi

Cialdini era l'uomo di Castelfidardo, ma anche di Aspromonte, nemico delle schiere volontarie per principio, e perciò gradito alla Francia. In Firenze l'eccitazione si faceva sempre più grande; e nel dilemma: ritornare alla convenzione e ubbidire alla Francia; o mettersi dalla parte della rivoluzione e romperla con Napoleone; non si sapeva quale via fosse meno pericolosa.