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perche' suo figlio, mal del corpo intero, e de la mente peggio, e che mal nacque, ha posto in loco di suo pastor vero>>. Io non so se piu` disse o s'ei si tacque, tant'era gia` di la` da noi trascorso; ma questo intesi, e ritener mi piacque. E quei che m'era ad ogne uopo soccorso disse: <<Volgiti qua: vedine due venir dando a l'accidia di morso>>.

perche' suo figlio, mal del corpo intero, e de la mente peggio, e che mal nacque, ha posto in loco di suo pastor vero>>. Io non so se piu` disse o s'ei si tacque, tant'era gia` di la` da noi trascorso; ma questo intesi, e ritener mi piacque. E quei che m'era ad ogne uopo soccorso disse: <<Volgiti qua: vedine due venir dando a l'accidia di morso>>.

fin che ’l piacere etterno, che diretto raggiava in Bëatrice, dal bel viso mi contentava col secondo aspetto. Vincendo me col lume d’un sorriso, ella mi disse: «Volgiti e ascolta; ché non pur ne’ miei occhi è paradiso». Come si vede qui alcuna volta l’affetto ne la vista, s’elli è tanto, che da lui sia tutta l’anima tolta,

La tua loquela ti fa manifesto di quella nobil patria natio a la qual forse fui troppo molesto>>. Subitamente questo suono uscio d'una de l'arche; pero` m'accostai, temendo, un poco piu` al duca mio. Ed el mi disse: <<Volgiti! Che fai? Vedi la` Farinata che s'e` dritto: da la cintola in su` tutto 'l vedrai>>.

PUBLIO, avo adottivo di Scipione. EMILIO, padre di Scipione. FOR. Vieni e siegui i miei passi, O gran figlio d'Emilio. COS. I passi miei, Vieni e siegui, o Scipion. SCI. Chi è mai l'audace Che turba il mio riposo? FOR. Io son. COS. Son io; E sdegnar non ti dei. FOR. Volgiti a me. COS. Guardami in volto. SCI. Oh Dei, Quale abisso di luce! Quale ignota armonia!

«O Camerata, che ne l’aspro e degno conflitto eri con noi, e moristi, sperando, in questo segno, fra le braccia de’ tuoi; volgiti indietro, e guarda. Eccoci tutti a le tue pompe estreme. Quel giorno solo noi verrem distrutti che non saremo insieme. Sappiamo ormai che, in nostra fede avvinti, rinnoveremo il mondo. Son retaggio de i deboli e de i vinti il gesto furibondo,

Credi per certo che se dentro a l'alvo di questa fiamma stessi ben mille anni, non ti potrebbe far d'un capel calvo. E se tu forse credi ch'io t'inganni, fatti ver lei, e fatti far credenza con le tue mani al lembo d'i tuoi panni. Pon giu` omai, pon giu` ogni temenza; volgiti in qua e vieni: entra sicuro!>>. E io pur fermo e contra coscienza.

fin che 'l piacere etterno, che diretto raggiava in Beatrice, dal bel viso mi contentava col secondo aspetto. Vincendo me col lume d'un sorriso, ella mi disse: <<Volgiti e ascolta; che' non pur ne' miei occhi e` paradiso>>. Come si vede qui alcuna volta l'affetto ne la vista, s'elli e` tanto, che da lui sia tutta l'anima tolta,

Credi per certo che se dentro a l’alvo di questa fiamma stessi ben mille anni, non ti potrebbe far d’un capel calvo. E se tu forse credi ch’io t’inganni, fatti ver’ lei, e fatti far credenza con le tue mani al lembo d’i tuoi panni. Pon giù omai, pon giù ogne temenza; volgiti in qua e vieni: entra sicuro!». E io pur fermo e contra coscïenza.

Ed elli a me: «Nessun tuo passo caggia; pur su al monte dietro a me acquista, fin che n’appaia alcuna scorta saggia». Lo sommo er’ alto che vincea la vista, e la costa superba più assai che da mezzo quadrante a centro lista. Io era lasso, quando cominciai: «O dolce padre, volgiti, e rimira com’ io rimango sol, se non restai».