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Che cosa importa a te del mio perdono? disse Elisa con un'aria di risoluzione tranquilla, ma con una voce in cui si sentivano le lagrime. Sono forse io ancora qualche cosa per te? Va a cercare il perdono a quella donna che ha più diritto di me di concederlo. Elisa ti supplico, non parlami di quella donna.

Io ero commosso sino al fondo dell'anima, mi mancava il respiro; Violet pure ansava, con una faccia smarrita. Stesi le mani come a prendere le sue. Ella accennò rapidamente alle bambine, onde compresi che, sola, me le avrebbe concesse. Lo prometto le dissi in italiano, con voce soffocata. Mi crede, non è vero? Violet rispose, pure in italiano: . E si alzò.

Non avendo più tempo di fuggire, credette di dover far l'italiano per non essere accoppato. Cominciò con sforzarsi a sorridere, e poi, raccolto tutto il suo coraggio, gridò con una voce da moribondo: Accidenti ai preti!

Questi non entrò subito in materia, e, fosse per meglio disporre gli animi a prestargli attenzione, o fosse per non dipartirsi da certe loro consuetudini di conversazione, si trattenne in quella vece a fare alcune dimande, in maniera d'esordio. Amici, diss'egli gravemente, siamo Templarii? Siamo! risposero parecchi ad una voce. E da senno, s'intende, non gi

I miei amici sgranavano confidenze a mezza voce e ricordi amorosi. Io pensavo al mio probabile passaggio nelle automitragliatrici blindate e sognavo una bella velocissima blindata per inseguire gli austriaci che dovevano fra poco sferrare la loro grande offensiva. Il mio ottimismo era più che mai convinto della vittoria finale. L'idea della morte non preoccupava nessuno.

Intanto al rumore della detonazione, erano accorsi Gabriele, Clarina ed il domestico di Diego. Il servo dato una rapida occhiata alla scena drammatica, se la svignò quasi subito. Clarina era accorsa al letto della sua padrona, che non dava segni di vita. Gabriele veduto il corpo sanguinoso di Diego, afferrò bruscamente per un braccio la guantaia, chiedendole con voce commossa, tronca.

Il magistrato si alzò, e appoggiando le mani all'orlo del banco, protendendo la persona alquanto in avanti, pronunziò, con vibrato accento, e con voce sonora le seguenti parole: «Signori, presidente e auditori! «Nei molti anni, dacchè esercito l'alto mio ministero, di rado mi fu dato studiar causa nella quale apparissero più chiari indizi della colpabilit

So che cosa volete: la vita di vostro figlio! mormorò a bassa voce la principessa, senza volgersi a guardare quella donna, che le faceva veramente paura. Egli è condannato a morte! intendete, signora? Aspetta il giorno del suo supplizio... e per vostra cagione!

I più camminavano scalzi, molti non d'altro coperti che d'un sacco; alcuno ripeteva ad alta voce il rosario, e un disaccordo di voci piagnolose gli rispondeva: altri intonavano lo Stabat Mater e i salmi del re penitente: o mormorando in tono compunto il Miserere, ad ogni verso si percotevano le spalle con flagelli di corde aggruppate: alcuno, quasi ciò fosse poco, ravvolto sino al capo in ruvido traliccio e cosperso di cenere, si avviava lento con dietro due o tre famigli e confratelli, che tratto tratto gli scagliavano sul dorso staffilate a tutta forza.

PANDOLFO. La camera è tutta sgombra de' paramenti e delli argenti! PANDOLFO. Canchero, che non fingo, dico da dovero: mi è stata sgombrata tutta la camera! PANDOLFO. Non potrei gridar tanto quanto ne ho di bisogno: mi ha rubato quanto aveva e non aveva! PANDOLFO. Mi è stato rubbato il mio e quel d'altri! PANDOLFO. Non ho piú voce, diavolo! e mi manca la voce, il fiato e l'anima.