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Morte al priore, morte a Guiscardo « scoppiarono allora unanimi quanti erano nella chiesa, infiammati » vendetta, vendetta! Ah! « sclama il giovane sogghignando e rimettendo il pugnale nella vagina » levate pure la voce, levatela forte, messeri, chè Roberto è lontano, assai lontano per udirvi, il priore troppo immerso fra i bagordi delle sue concubine.

Io non ho mangiato altro in tutta la mia vita! disse il Salapolli. E la polvere dei libri mi fa bene!... Bruno esitava, combattuto tra il timore di ritornare a quei luoghi e il desiderio di non essere scortese: il bisogno di riveder Nicla, di udirne la voce, d'ammirarne gli occhi e la bocca, di lasciarsi cullar dalla sua voce, gli bruciava le vene. Gigi Barbano diede l'ultimo colpo.

Allorchè la voce di Roberto riuscì a farsi sentire al di l

Le dame s'alzarono per avviarsi, ma in quel punto sopraggiunse Nino d'Este, che parve cercar qualcuno con gli occhi; ravvisò la contessa Lombardi e le corse incontro. Lei mi aveva chiesto notizie di Berto Candriani? egli disse. Oh bravo! Parliamo di Berto Candriani! esclamò Paolino. «Il a jeté son bonnet par dessus le moulin»! Alvise Priùli gli diede una gomitata, perchè abbassasse la voce.

«La notte nella quale senza vederti in faccia, dal suono della voce, ti dissi scellerato, per certo non m'ingannò l'intelletto; tuttavia non conobbi allora, posso conoscere adesso, di quale specie sia cotesta tua iniquit

Perchè ridete tanto? mi chiese, con una profonda malinconia nella voce. Non ridete più tanto. È il mio modo di piangere, mormorai. L'ho veduto impallidire, nella notte. Poi la sua mano ha preso la mia e l'ha tenuta un minuto brevissimo: tutta la mia vita è corsa in quella mano e mi sono sentita vacillare. Povera e cara donna, egli soggiunse, pianissimo.

²⁷ Decalogo è voce greca, che significa dieci parole ed è la esatta traduzione dell’espressione ebraica Ascered adevarim o Ascered adiberoth.

per la similitudine che nacque del suo parlare e di quel di Beatrice, a cui si` cominciar, dopo lui, piacque: <<A costui fa mestieri, e nol vi dice ne' con la voce ne' pensando ancora, d'un altro vero andare a la radice. Diteli se la luce onde s'infiora vostra sustanza, rimarra` con voi etternalmente si` com'ell'e` ora;

Una volta, nel pomeriggio della seconda domenica dopo il mio arrivo a Sulzena, ero passato innanzi alla porticina del coro mentre egli faceva la dottrina ai ragazzi: mi fermai ad ascoltarlo: la sua voce delicata, armoniosa arrivava a me congiunta alla soave fragranza del tempio e le somigliava: egli alternava alla recitazione dei dogmi l'insegnamento di una sua morale spontanea, indulgente, amorevole.

Il dottore abbassò la testa, corrugando le sopracciglia, pensoso. Era profondamente impressionato della desolazione vibrante nella voce di quella donna innamorata che pareva attendesse da lui una sentenza di vita o di morte. E non osava di alzarle gli occhi in viso per paura che la sua minima esitanza non ferisse irrimediabilmente quel povero cuore. L'avea vista crescere e fiorire, e le voleva bene come a figlia. Da giovinetta, l'aveva strappata quasi a stento dagli artigli della morte, e per ciò gli pareva cosa sua. Era stato testimone delle nozze di lei, come amico più intimo di famiglia. L'aveva vista agonizzare pel gran dolore della perdita del marito tòltole improvvisamente da una subdola angina pectoris proprio il giorno della festa del secondo compleanno delle loro nozze. Non ignorava chi fosse il prescelto tra tanti che ora aspiravano alla mano di lei, bella, ricca, orfana di parenti; e si maravigliava che lo scrupolo present