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S’io potessi per sempre soffocare Questa voce che sorge dal profondo, E piange, piange senza mai cessare: Oh, s’io potessi soffocar nel fondo De la coscienza e non udir più mai Questa voce che sorge dal profondo!...

che l’una parte e l’altra tira e urge, tin tin sonando con dolce nota, che ’l ben disposto spirto d’amor turge; così vid’ ïo la gloriosa rota muoversi e render voce a voce in tempra e in dolcezza ch’esser non nota se non col

Allora la mia voce rotta da singhiozzi cantò: Vieeeeni! Vieeeeni! Italia mia! Vieeeeni Amooore! Italia, forma perfetta, ardore sovrumano, volutt

Gina! gridò la voce della vecchia dal fondo della scala. Gina era fuggita. Scivolò al bujo dalle scale, corse pel vicoletto, scappò via, mentre accendevano i primi lampioni.

Nella febbre che mi agitava, credetti persino che il mormorìo provenisse dalla campana di vetro posata sul canterano, che fosse un filo di voce uscito dalle labbra cadaveriche di quel mostro che vi stava rinchiuso, che le pareti di vetro mi impedissero di discernere le parole e che queste turbinando nel poco spazio serrato perdessero accento e cadenza per convertirsi nel suono lugubre e confuso che mi atterriva.

Esse avevano dal balcone vista entrare quella insolita visita e non vedendola partire ed avendo sentito qualche cosa d'imperioso nella voce del birro, tementi e curiose discesero nello studio.

Ma sotto voce aggiungeva: A Gioiosa Guardia, non è vero? Così potessi seguirvi! Raggio di Dio.

Sappi che son venuto forse in tempo per impedire un gran male, una disgrazia che poteva metter l'infamia sulla fronte di tua sorella, e di vostra madre, e sulla tua, se il caso non m'avesse condotto sui passi di chi la macchinava!... Che cosa dite, signor Lorenzo? domandò il giovine con voce soffocata dall'ira.

Tale almeno la faccia di Beppe. Essa mi colmava di tanto stupore che non sapevo decidermi a rivolgergli la parola; e, poichè egli non aveva l'aria di accorgersi della mia presenza, continuai a camminare al suo fianco, pareggiando i miei ai suoi lentissimi passi. A un tratto al dissopra di noi, dalla finestra della camera di don Luigi si fe' udire la bella voce del medico.

Come si frange il sonno ove di butto nova luce percuote il viso chiuso, che fratto guizza pria che muoia tutto; così l’imaginar mio cadde giuso tosto che lume il volto mi percosse, maggior assai che quel ch’è in nostro uso. I’ mi volgea per veder ov’ io fosse, quando una voce disse «Qui si monta», che da ogne altro intento mi rimosse;