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Il suo naso era un po' più grosso, ma per la sue leggiera curvatura dava al di lui viso un certo che di fierezza. Non portava barba, eccetto due baffetti fini, rilevati a punta, e così lunghi che piaciuto era loro di crescere. Lo si trovava un po' stecchito.

Il farmacista gli pose tra le mani la boccetta e gli fece segna di andarsene, cosa che il ragazzo non si fece ripeter due volte: poi il degno uomo si chinò sotto il banco a raccattar della roba che non c'era. E il dottore? Oh il dottore aveva il viso interamente nascosto da quel suo gran giornalone. Quei due uomini erano due babbi. La storia d'un grappolo d'uva.

Talvolta mamma e figliuolo si fissavano in viso: lei pallida, accigliata; lui, col sorriso impertinente sotto i baffettini tirati in su: pareva che stesse per iscoppiare il fulmine: il signor Daniele tremava, tremava la signorina Cammilla; Temistocle e Gian Maria non battevano palpabra: ma poi la signora Maddalena voltava la testa con una mossaccia dispettosa, e invece di pigliarsela con quello sfacciato, si sfogava contro la Banca Generale in liquidazione e il Credito Provinciale tentennante.

"Morta son viva e passo nei sogni del mortale, spargendo colle mani aperte la semente di nuovi sogni. Io sono la bella sorridente, che stillo eterni aromi dai morti fior del male." Venian per la selva silente Con passo dolente le donne, Non vive, ma come sottili Fantasmi gentili nel viso.

Quale è la donna nel cui viso, allora che Filostrato resta di cantare, appare il rossore della colpa e del rimorso? Le tenebre della sopravvenuta notte nascondono quel rossore, io so distinguer tra le sette giovani colei ch’è traditrice e crudele. Emilia, la quale potrebbe per la leggerezza sua aver somiglianza con la Griseida del Filostrato, non parmi, poiché ella asserisce che

La vista di Maria gli produsse una sensazione non mai fino allora provata. Gli pareva di aver veduta altra volta quella figura slanciata, piena d'alterezza, quel viso di un pallore diafano, che portava le traccie dei lunghi patimenti sofferti in silenzio, quei grandi occhi glauchi, che si fissavano nel vuoto, senza nulla vedere... Ma dove? Quando?

Ascolta, mi disse afferrandomi il braccio io posso ancora accostarmi a lui... ma ch'io sappia s'egli non l'ha amata... Va... E mi spingeva verso l'uscio, eccitandomi più che colle parole coll'eloquenza degli sguardi. È inutile interruppi Egli l'ha amata. Raimondo chinò il capo abbattuto. E l'ama? insistè poco dopo guardandomi in viso paurosamente. L'ama.

Io l'ammiro e glielo dico; lei è molto bella, stasera, e glielo dico; lei veste con molta eleganza, e glielo dico.... Perchè? interruppe Loredana, che aveva sentito una vampa infiammarle il viso.

Nascondeva il viso fra le mani e non mi diceva nulla. Le cinsi il corpo con un braccio e la trassi nel salotto; me la feci sedere sulle ginocchia, le scostai con dolce violenza le mani dagli occhi, posi il mio volto sotto al suo, e le chiesi perdono. Ma invece di perdonarmi scoppiò in un altro singhiozzo, e mi buttò le braccia al collo, ed appoggiò la testina sul mio omero.

Mentre gli amanti così, quasi per celia, invocavano la Morte, lontano, nella Casa Grigia, quella macabra Visitatrice si era avvicinata, si era tolto il velo dall'orrore del viso, ed ora batteva, batteva alla porta... Un mattino la signora Avory, svegliatasi, trovò l'ultima delle sue figlie convulsa, con le labbra intrise di sangue. Un dottore chiamato in gran fretta aveva suggerito: Davos!