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Celso ammutolisce al nome di François Villon; non ne sa nulla; non ne ha mai udito parlare; ignora assolutamente quando, dove, come, sia vissuto, che abbia fatto, che abbia scritto; la sua ammirazione per Folco Filippeschi cresce a dismisura; per ciò non si accorge che il giovane ride, ma ride amaro, quasi ironico, e che subito si riprende, dopo un'occhiata alla contessa.

Gioconda moglie di un pellicciaio; la compagna dei suoi studii prediletti, il tesoro inestimabile inviatogli dalla sorte, la purissima, bellissima fanciulla.... con quella squisita anima letteraria che comprendeva Francesco Villon: «Prince, je connais tout en somme. Je connais tout, hors que moi-même....»! Folco ne rimase esterrefatto.

Folco si aperse con Gioconda: Francesco Villon era pel momento il suo poeta prediletto, e intorno alla vita e alle opere, ma sopratutto intorno alla fine di lui, voleva ricercar nuovi documenti: per ciò doveva andare a Parigi.... Perchè di Francesco Villon nulla si sapeva con certezza; nemmeno il vero nome: quel poco che si sapeva era terribile.... , terribile!

Il marchese Ariberto Puppi col rammentarle Francesco Villon e gli studi letterari di Folco, l'aveva inscientemente ripiombata in quei ricordi angusti; umiliazioni, trepidanze, volgarit

Di Francesco Villon, ahimè! sospirò Gioconda. È dunque vero? esclamò Ariberto sorpreso. Che cosa?

Andremo insieme a Parigi, a cercare il nostro Francesco Villon.... Le due coppie. Era una signora o una signorina?

Egli veste benissimo e sa leggere un orario: io non vado più oltre. Figuratevi, forse lo sapete, che traduceva François Villon, e io ignorava anche l'esistenza di quel poeta. Non me ne importa nulla, ma ciò può darvi idea della mia coltura! Ariberto Puppi aveva la debolezza di mostrarsi in tutto assai peggio di quel che non fosse: ignorante, pigro, volubile, nullo.

Non se ne lagnò; le volle bene ugualmente, la curò con attenzione, palpitò ai suoi dolori, visse delle sue gioie. Io la chiamerei François Villon, disse Folco in uno slancio di letizia. Se non avessi tradotto François Villon, non ti avrei sposata e non avrei oggi Lillia. Che diventerebbe mai, povera Lillia, riflettè Gioconda, per imitare il tuo poeta?

È vero.... Ma se io le parlo dei miei studi passati, del desiderio di riprenderli, di quelle ambizioni che in un giovane sono naturali, Gioconda risponde distratta; una volta era l'entusiasmo, oggi è l'indifferenza.... Ariberto scattò. O che uomo sei tu? disse. Hai bisogno che una donna, che la moglie, ti parli di letteratura e di Francesco Villon, per metterti a lavorare?

Leggeva tanto poco, per abitudine, che non doveva essergli difficile rammentare una pagina. E la scovò infatti nella memoria. Aveva comperato le liriche del Villon e le aveva guardate qua e l