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MANGONE. Ed io vo' al molo a trovare il raguseo. PIRINO. Comporterai, o Forca, che tu e io siamo scherniti e vilipesi da un furfante ruffianello? Diménati, risvégliati, dimostra che sei vivo e non dormi: ove è l'ingegno, ove sono le tue grandezze, ove i tuoi gran fatti che fur tutti prigionieri delle tue astuzie?

Non scuro lampo di Perugia, degno D'allor sul mare, e via più degno in terra; Ma dignissimo quì, dove sostegno Fassi de l'alme disperate in guerra; A l'intrepida man giunge l'ingegno, ch'a' barbari stuoli il varco serra, Parte col ferro i turchi a terra stende, Parte i seguaci suoi col grido accende. Ah cavalier! dunque dimessi il ciglio Andrem per l'Asia vilipesi e schiavi?

Nemico ferro ci squarciò la fronte, E pur cadendo singhiozzammo: Avanti! E plebi insane inferocîr su noi, E vilipesi fummo e lapidati, Crocifissi, derisi, torturati, Senza tregua o quartier!... Noi siam gli eroi.» .... Ed io sorgo ed esclamo: Oh, perchè mai Tanti sospiri e tante vite infrante, E tante ambasce e tanto lutto, e tante Serie infinite d’infiniti guai?...

Causa vera dello scisma l'odio antico dei due popoli, impazienti entrambi di servire, entrambi cupidi di dominare; l'uno superbo dell'antica, e l'altro della nuova sede imperiale; ambedue guasti dalla vana scienza donde la presunzione, e il sofisma. Da prima a Costantinopoli prevalse Ignazio amico a Roma, poi Fozio infestissimo; da capo Ignazio galleggia con esultanza infinita di Adriano II, il quale bandisce Ignazio santo e lo imperatore Basilio scellerato omicida del suo benefattore, Michele III non ascrisse all'albo dei Santi, ma ci mancò un'ette; e così durò finchè egli visse; lui morto torna in fiore Fozio per tracollare senza riaversi più una seconda volta: ma o corte, o popolo, o Ignazio, o Fozio accordavansi tutti nel respingere il primato latino: i ministri del Papa furono vilipesi e sostenuti in carcere; la Bulgaria congiunta alla Chiesa di Bisanzio; di Spirito Santo non si parlò più; i Papi arrovellandosi ingrossano i bargigli; alla stregua inviperiscono i Greci; di contumelie un diluvio. Quando l'accetta dei Normanni si piantò diritto nel cuore della Puglia, e Roma si accordò con loro ad ungerla coll'olio santo a patto di fare a mezzo, il Patriarca Michele Cerulario greco ebbe a sgombrare da cotesta contrada; ma in partendo ammoniva il gregge ad aborrire le romane eresie; il Papa di rimbecco spedì fino a Costantinopoli i suoi legati per iscomunicare il Cerulario, i quali di fatti andarono e deposero l'anatema sopra l'altare di Santa Sofia; le formule si conoscono; oggi mettono la gente di buono umore, allora facevano drizzare i capelli; dopo coteste ingiurie atrocissime, talora, secondo la necessit

Credo che egli sia stato inesattamente informato sui mezzi adoperati dai Fasci di contadini per ottenere più eque condizioni dai proprietarî delle terre, a meno che egli non consideri come una violenza lo sciopero; ma se pur egli fosse nel vero, si potrebbero biasimare coloro che da secoli sono stati vilipesi ed abbandonati e che colle buone non erano mai riusciti a migliorare la propria tristissima condizione?

Udita la risposta, i Sassoni, consigliati da Ottone di Nordheim, si reputano vilipesi. E' si levano ad armi, ed in sessantamila muovono alla volta di Goslar, piantando campo intorno le mura. Il vescovo Burcardo di Alberstadt li tiene di assaltare la piazza. Enrico che vi era dentro, spaventato si fugge al castello di Harzburg con la sua corte: ed i Sassoni, tolto il campo di Goslar, sotto le mura di Harzburg vanno a metter le tende. L'imperatore manda Bertoldo di Carinzia, gi

Di quì tra' Rodïan per lei feriti Fur mille cori, e mille petti accesi; Ma tutti ardendo rimanean scherniti E ne le fiamme lor ben vilipesi. Solo fur d'Erimanto i preghi uditi Benignamente, ed i sospiri intesi, Ed a gli occhi di lui porgea conforto Con dolcissimi sguardi, e non a torto.