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E 'l duca mio a me: <<O tu che siedi tra li scheggion del ponte quatto quatto, sicuramente omai a me ti riedi>>. Per ch'io mi mossi, e a lui venni ratto; e i diavoli si fecer tutti avanti, si` ch'io temetti ch'ei tenesser patto; cosi` vid'io gia` temer li fanti ch'uscivan patteggiati di Caprona, veggendo se' tra nemici cotanti.

Sotto ciascuna uscivan due grand'ali, quanto si convenia a tanto uccello: vele di mar non vid'io mai cotali. Non avean penne, ma di vispistrello era lor modo; e quelle svolazzava, si` che tre venti si movean da ello: quindi Cocito tutto s'aggelava. Con sei occhi piangea, e per tre menti gocciava 'l pianto e sanguinosa bava.

e cio` che fa la prima, e l'altre fanno, addossandosi a lei, s'ella s'arresta, semplici e quete, e lo 'mperche' non sanno; si` vid'io muovere a venir la testa di quella mandra fortunata allotta, pudica in faccia e ne l'andare onesta. Come color dinanzi vider rotta la luce in terra dal mio destro canto, si` che l'ombra era da me a la grotta,

E come surge e va ed entra in ballo vergine lieta, sol per fare onore a la novizia, non per alcun fallo, cosi` vid'io lo schiarato splendore venire a' due che si volgieno a nota qual conveniesi al loro ardente amore. Misesi li` nel canto e ne la rota; e la mia donna in lor tenea l'aspetto, pur come sposa tacita e immota.

Bellincion Berti vid'io andar cinto di cuoio e d'osso, e venir da lo specchio la donna sua sanza 'l viso dipinto; e vidi quel d'i Nerli e quel del Vecchio esser contenti a la pelle scoperta, e le sue donne al fuso e al pennecchio. Oh fortunate! ciascuna era certa de la sua sepultura, e ancor nulla era per Francia nel letto diserta.

Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina podestate, la somma sapienza e 'l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate". Queste parole di colore oscuro vid'io scritte al sommo d'una porta; per ch'io: <<Maestro, il senso lor m'e` duro>>.

La donna mi sgrido`: <<Perche' pur ardi si` ne l'affetto de le vive luci, e cio` che vien di retro a lor non guardi?>>. Genti vid'io allor, come a lor duci, venire appresso, vestite di bianco; e tal candor di qua gia` mai non fuci. L'acqua imprendea dal sinistro fianco, e rendea me la mia sinistra costa, s'io riguardava in lei, come specchio anco.

Come 'n peschiera ch'e` tranquilla e pura traggonsi i pesci a cio` che vien di fori per modo che lo stimin lor pastura, si` vid'io ben piu` di mille splendori trarsi ver' noi, e in ciascun s'udia: <<Ecco chi crescera` li nostri amori>>. E si` come ciascuno a noi venia, vedeasi l'ombra piena di letizia nel folgor chiaro che di lei uscia.

Se per veder la sua ombra restaro, com'io avviso, assai e` lor risposto: faccianli onore, ed essere puo` lor caro>>. Vapori accesi non vid'io si` tosto di prima notte mai fender sereno, ne', sol calando, nuvole d'agosto, che color non tornasser suso in meno; e, giunti la`, con li altri a noi dier volta come schiera che scorre sanza freno.

Vidi quel Bruto che caccio` Tarquino, Lucrezia, Iulia, Marzia e Corniglia; e solo, in parte, vidi 'l Saladino. Poi ch'innalzai un poco piu` le ciglia, vidi 'l maestro di color che sanno seder tra filosofica famiglia. Tutti lo miran, tutti onor li fanno: quivi vid'io Socrate e Platone, che 'nnanzi a li altri piu` presso li stanno;