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AP. Io t'ho inteso, e non bisogna cercare il senso dello enigma per luoghi occulti, o per ambage. FR. Per questo penso che sia fatto con gran provvidenza a nostri, ne' quali pare che ogni cosa vada di male in peggio, che il grandissimo Dio abbia volsuto in più modi confermare la fede negli animi de' fedeli, per allargare in tutti i versi la religione. AP. Con che modi?

Negletto, dimenticato dal governo, detestato anche: se ne compiacque. Nell'ultima caduta di Napoleone venne fatta istanza al signor Ginguené perché celebrasse in versi il nuovo destino della Francia, tuonando irato contra i costumi dell'uomo precipitato dal trono. Lascio questa cura rispose egli a coloro che lo hanno lodato.

Amò troppo castamente, e sacrificò all'ideale più che non sia permesso alla debole natura umana. Mi offriva vaniglie, viole del pensiero, versi francesi e sorrisi di santa Cecilia, l'organista

Musiche incomprensibili Scrive su versi orribili; Oh! chi è costui? scommetto Che è socio del quartetto. Fine alle chiacchere!.... Dorina, attenta!.... Dramma nuovissimo Si rappresenta.... S'alza il sipario.... Basta! ho capito.... La donna è adultera, Becco il marito. Son le tue dotte critiche D'arte e di scienza un codice, Per non scordarle, o Gellio, Tutte le imprimo al podice.

Nancy sorrise. No, no, disse. No! Lo prometto. Pensi che il suo capolavoro non è ancora scritto. Questi piccoli versi sono il passato. Ora, su alla nuova opera! Chiuda la porta a tutti e cominci un nuovo lavoro domani. Nancy disse: , , lo farò. Ma mentre diceva così, volgeva gi

Chè molti omai si erano accorti dell’affetto particolare del giovine verso di lei: e certi anche amici, o per invidia, o per poter dire di aver interpretato alcuni suoi versi, lo reputavano il fortunato amatore.

So che in picciol drappello siete state, che lo stil mio non è pel secol nostro, ma un rancidume italian che offese, non essendo condito col francese. Soccorri, o Febo, i sezzi versi miei. O Febo, o Febo, non sei giá piú il sole. Ciechi siam tutti, e ben esser vorrei scrittor, piú che di cose, di parole.

Citò dei versi di Baudelaire e di Mallarmé, senza nesso coerenza, ma con voce commossa e vibrante che faceva senso. I tuoi versi, cuginetta, disse a Nancy, non li cito. Sono sacrosanti. E aggiunse piano: Le mie labbra sono indegne. Poi, distrattamente, prese a recitare Richepin: Voici mon sang et ma chair, Bois et mange! E lo disse, guardando fisso Valeria che gli sedeva rimpetto.

E altri pieni d'invidia e di veleno, per mostrar che la comedia non dia sodisfazione agli intendenti e che l'hanno in fastidio, empiono di strepito e di gridi tutto il teatro. E che genti son queste poi? qualche legista senza legge e qualche poeta senza versi.

E mentre noi, fumando uno squisitissimo avana, rifacevamo a lenti passi la corsia, un orecchiante avvinazzato ci teneva dietro, urlando a squarcia gola una sua reminiscenza dell'opera, tradotta nei versi: «Caro padre a la madre regina «I possenti mangiavan i figli.... : Il testo dice: Cara patria, gi