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Che stupido! fece il principale, con accento bonario, nello scorgere il mio imbarazzo. Ma va via: non farmi quella faccia . O che c'è forse qualche cosa di male? sei o non sei un artista? che cosa diavolo sei? ma che ti pare che ci sia da vergognarsi? che razza di uomo! Ebbene, signor , tu ami la marchesina. Io? , tu; o chi dunque? Io forse?

Era forse dignitoso che ella mostrasse le sue angustie a quella gente verso la quale non aveva vincoli simpatia?... La sua anima aveva forse bisogno della compassione, e magari del compatimento degli estranei?... Perchè non era più la ricca signorina Ferretti, perchè era anzi quasi povera, avrebbe dovuto tenersi in disparte, far pompa di inutile accasciamento, vergognarsi quasi?

Buon giorno, Zaccheo, gli dissi, me ne consolo che siete di buon umore. Non può essere altrimenti, mi rispose, quando mi rammento che vi siete burlato di me perchè davo la pappa al mio bambino, ed ora vi vedo dare il pasto ai pulcini. Ridete che avete ragione, soggiunsi, quando mi burlavo di voi ero un imbecille, e non capivo che non si deve vergognarsi che a fare il male....

cantava quel dolcissimo labbro di messer Francesco Petrarca. Su, via, giovanetto, ella è cosa da vergognarsi questa? Predicatela dai pulpiti, banditela di sopra i tetti; chè buona novella è amore. Non si vergognava gi

Perfino i re facevano noto i propri vizii senza vergognarsi, ed i signori della corte prestavano loro man forte e li incitavano. Enrico II pregava la regina Margherita, che vi si prestava di buona grazia, d’assistere allo sgravo di una damigella di onore da lui incinta alla et

Il principale sorrideva con tenerezza paterna e materna. Ma, insomma disse il marchese, scuotendomi la destra ma, insomma, non c'è niente da vergognarsi!... Chè, anzi, io v'ammiro e vi stimo, come si deve stimare l'ingegno e l'onest

Qui il signor sottoprefetto si fermò di schianto. Ma quando? pensò egli. Prima di tutto la promozione a prefetto, e un po' di fortuna per saltare una classe. Ma prima di tutto, ancora, il matrimonio Francavilla Ruzzani. E questo diavolo del signor Prospero, che non mi ha scritto ancora! È capace di non esser forte in ortografia, e di vergognarsi.

La Teresa aveva un marito, operaio sfaccendato, un figlio quasi sordo e quasi muto, inetto a qualsiasi mestiere, e due figlie. Dopo aver disprezzati quei mobili «dei cenci, che non metteva conto di dir grazie, buoni da far legna per l'inverno, che una donna ricca avrebbe dovuto vergognarsi di lasciarli in eredit