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Il re comprese, o parve comprendere Si guardò il naso in uno specchio, e il suo regale sorriso parve esprimere due sentimenti controversi di soddisfazione e di vergogna. Ebbene? domandò il ministro alquanto umiliato e perplesso. Incrociamo! rispose il Re ciò che più preme pel momento è che il re dei Citrulli non rida al naso di re Piperio.

Se mi trovano i vostri, sono un nemico, e mi fucilano: se mi trovano i Borbonici, sono un disertore, e mi fucilano. Ecco perchè vi chieggo di salvarmi. Se rientrate a Napoli, vi fucileranno. Garibaldi è buono disse umilmente il maggiore svizzero. È una vergogna ripetette lei, duramente. Lo so: ma che posso farci? Salvatemi voi. Stamane avreste lasciato morire la mia bambina. Che potevo fare?

FORCA. Egli non ha animo di comparirvi piú innanzi per vergogna, ed ella per dubbio di non tornar di nuovo nelle mani di Mangone.

Grazie, e dal profondo del cuore. «Abbiatevi la Montalda, della quale io non posso chiedervi più di quello che v'è costato il riscatto delle cambiali. Voi certamente le avete riscattate per farmi servizio, e quello che è giunto or ora al mio orecchio, e mi confonde tuttavia di sgomento e di vergogna, me ne fa testimonianza certissima.

Così il supplizio era stato completo. Agli occhi del mondo era l'ultimo passo sulla via della colpa e della vergogna; e il mondo non perdona. Anche le poche amiche che le eran rimaste le avevan tolto il saluto, e le si eran voltate contro. La zia aveva proibito alle ragazze di visitar la madre, anche furtivamente, una volta la settimana, come solevan prima. Le donne al suo passaggio si tiravano in l

Allora l'Ambasciatore, mosso a compassione, gli fece un discorsetto, esortandolo a studiare, a togliersi quella vergogna, a non disonorare in quel modo la sua famiglia; e quando l'interprete ebbe finito di tradurre, gli fece domandare se aveva qualcosa da rispondere.

Diè la Marcellina un grido, e sciolta volò a nascondere la vergogna che le si pinse sul viso nel seno di lei, chiedendole piet

Il CIRALLI è un fanatico gregario, mentre il CASSISA è un arrabbiato contro l'attuale ordine di cose tanto da scrivere in una lettera del 19 marzo 1892 diretta a Montalto, essere una vergogna che il municipio di Trapani preparasse un'accoglienza al Duca degli Abruzzi che chiama farabutto savoiardo, che non ha altro pregio che appartenere a casa Savoia.

Il non sapere una cosa può anche non far vergogna a nessuno; ma l'esserne proprio al buio, e volerne ciarlar co' veggenti trinciando sentenze, è un vituperio.

Dunque una sera... che sera!... Io non ho vergogna di dirvelo...... Le verit