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Molti altri quadri che egli dipinse in S. Marco meritano di essere ricordati, l'Orazione nell'orto, il Battesimo, l'Incoronazione della Vergine, dove si ritrova l'ascendente di Dante, ed il suo Cristo in pellegrinaggio; ma basta di essi. Tutti dimostrano la stessa semplicit

Giana s’è appoggiata a una spalliera, nella sua attitudine consueta, col mento sul dorso della mano; e sembra tesa a spiarlo da’ suoi lunghi occhi di bautta. Come un’arme a un sol taglio, la sua voce ha da una sola banda un sottilissimo filo di derisione. Giana. Voi siete dunque uno che sa leggere anche in un’anima di vergine? O meraviglia!

Vïola che triste mi affascini Col supplice sguardo ch’io so, In te vive un brano dell’anima Di chi nel lontano passato mi amò!... Cala qual nembo sul mio cor di vergine L’ora sacrata de la passïone: È notte e ne la tenebra Cova un incanto di perdizione: È notte e tu non sai, Tu che dormi da me così lontano, Ch’io, bianca in volto e con le mani in croce, Chiedo il tuo bacio in vano.

La vergine, come a luogo di rifugio, si butta ai piedi dello altare, scongiurando con fiero rimorso: O Signore, salvate mio padre! Come vi ho pregato?

Speriamo un buon effetto, disse poi calmandosi e voltandosi per confortare la signora Angelica e la signora Rosina, rimaste pallide, tremanti, a quella scena, gli occhi pieni di lacrime. Speriamo che il Signore, coll'aiuto della Beata Vergine Maria, gli ritorni la sua grazia speciale.

Vogliono alcuni, che debbasi la serie delle Oselle incominciare da un getto di bronzo, senza indicazione di nome alcuno di Doge, quasi alle altre modello; su di che non conviene il succitato Co. Carli, il quale lo giudica piuttosto una delle monete, che dai Dogi nel giorno della incoronazione distribuivansi, il che non sembra probabile, mancando il nome dell'eletto. Ciò non ostante, a soddisfazione di alcuni, ho fatto da prima incidere questo getto senza nome alcuno di Doge (Tav. I). Rappresenta esso nel diritto la Vergine seduta coronata dal divin Figliuolo, che, seduto egli pure, ed egualmente coronato, tiene nella sinistra mano lo scettro, e sulla soglia de' troni siedono due Angioletti, e dall'alto si vede la colomba, e sei teste di Cherubini, ed intorno il motto [SC[REDENTORI]SC] ([I[sic]I]) [SC[MUNDI]SC], [SC[REGINA]SC] ([I[sic]I]) [SC[CELI]SC] ([I[sic]I]); e sul rovescio nel mezzo una figura coronata in piedi con la spada nella dritta, e la bilancia in bilico nella sinistra, al cui lato destro avvi la Pace col ramo d'ulivo, ed al sinistro l'Abbondanza che tiene la mano destra stesa sulla spalla della coronata figura, e nella sinistra il cornucopia con la inscrizione intorno [SC[MUNUS. DATUR. NOBILIBUS. VENETIS.]SC]: la quale rappresentanza rammenta il giuramento che prestavano i Dogi nell'assumere la suprema dignit

All'indomani entrò un frate nel castello e parlò con Oberto, perchè lo zio era uscito coi balestrieri ad apparecchiare una offesa contro Adalberto, che continuamente faceva scorrazzare della cavalleria. Oberto parve assai dimesso, ricevette un rotolo di pergamena dal frate, e lo accommiatò: Che messere il vescovo ne faccia grazia! Speriamo nella Vergine di Saluzzo.

Tutto il lavoro non è però finito con la raccolta. Le ulive vengono schiacciate nel frantoio e il primo olio che da esse è spremuto si chiama olio vergine. Dalla pasta di quelle ulive medesime si ottiene quindi l'olio comune e, gradatamente, quello di qualit

Però fra questi nuovi avvenimenti, anzi che scemare si accrescevano le trepidazioni nell'amorosa vergine: non sapeva a qual partito appigliarsi, fra la passione che la premeva e gli avvertimenti del cieco sui perigli d'amore.

Ho sempre pensato una cosa, Giorgio. Ed è che noi tutti, scettici o credenti, uomini dal cuore vergine o giovanotti precoci, cervelli positivi o cuori ammalati, tutti, tutti portiamo in fondo all'anima un pensiero segreto, segreto anche a noi. È latente, ma ci segue dappertutto, noi lo sentiamo, ne abbiamo la coscienza, ma non sappiamo che sia; è una domanda oscura del destino, è un punto interrogativo gittato all'infinito, è il problema insolubile della vita? Chi sa! Noi ridiamo, scherziamo, piangiamo, viviamo, ma portiamo con noi questa incognita paurosa: ad un tratto, essa ci si presenta continua, evidente, assidua. Ci tormenta, ci tortura, perchè non conosciamo la sua natura, quel che voglia da noi e tremiamo che non sia la nostra felicit