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Ora apparecchiandosi la quarta e grande crociata, promossa dall'operoso Innocenzo III, i crociati fecer patto con Venezia d'un grande armamento navale per il passaggio. Il papa non voleva; ma i crociati per aviditá, i veneziani per aviditá e vendetta accettan l'impresa.

La voce onesta e leale, che per diciassette mesi aveva mantenuto acceso nei Veneziani il sacro fuoco del patriottismo, che aveva guidato, frenato, corretto i mobili istinti del popolo, ora scendeva commossa in una folla commossa; era un patetico addio, era un gagliardo eccitamento a sperare nell'avvenire, era un caloroso appello a quelle virtù con cui le nazioni riescono a domar la fortuna.

"I nostri ponti levatoi sono pesanti e sodi al pari di grosse muraglie, ed abbiamo due sotterranei del Castello ripieni di polvere di zolfo e palle che comperammo dai Veneziani. Però la migliore provvigione pel caso d'assedio venne fatta da me.

Dei Viaggiatori veneziani in Persia e delle venete Descrizioni edite ed inedite di quella regione.

Perdio dicea, illustrissima, i sudori fareste uscir dalle midolle a' cani. Cosí detto, correva a' suoi tesori, e tremila zecchini veneziani tosto spedí. Marfisa a Ganellone gli manda per l'incarco del guascone. Or qui potrebbe dirmi alcun lettore che una dama alle truffe non discende.

La conquista di Costantinopoli avea dato un impulso gigantesco alla potenza commerciale dei Veneziani.

Di quel tempo Bernabò Visconti, messo continuamente alle strette dalle armi temporali del Santo Padre, per tacere delle spirituali, aveva pensato accostarsi all'amicizia de' Veneziani, ed a ciò spedì a Venezia il suo secondogenito Carlo insieme a due oratori della sua corte.

Per isfrenata signoria di una corrotta corte e d'un clero accanito in teologici assottigliamenti, l'imperio di Costantinopoli cadeva in quel tempo: senza buone armi; nemico per fiero scisma ai cristiani di ponente; da' barbari scemo di vastissimo paese. Un'oste crociata di Veneziani e di Francesi s'era gi

Dei Consolati veneti negli scali del commercio persiano. Il commercio dei Veneziani colla Persia, era specialmente favorito e protetto dai consolati veneti, negli scali principali dell'Asia anteriore.

Il nobile lord poteva mettere il suo cuore in pace. In quel giorno 22 marzo 1848 i Veneziani non si rammentavano nemmeno dell'esistenza del conte Leonardo Bollati.