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Rimpianti antichi e comuni in Italia, dei popoli, i quali tolti dai luoghi montanini furono avviati a vivere vita meno agreste nei piani; così fra noi Toscani Fiesole. Al Goethe poi, giovane allora e vago di venture, il tempo per considerare meglio non sovvenne, e coteste sue parole balestrate a vanvera rimangono piuttosto a detrimento della fama di lui, che pregiudizio a Roma, a cui i colli fecero sempre temuto schermo se consideriamo da qual lato movessero gli assalti al tempo del contestabile di Borbone, e a quello di che ora noi favelliamo. Molti hanno scritto delle grandezze di Roma, e noi stessi più volte secondo ci dettavano meraviglia ed amore; la sua miseria, come succede, vinse la sua grandezza di assai. Il Montaigne afferma che di Roma antica non rimane più il cadavere, anzi pure il sepolcro, avendo i suoi nemici seppellito anco quello; Lutero a sua posta la deplora come mucchio infelice di ceneri, le case ora cominciano dove un terminavano i tetti, e tante erano le macerie, che ingombravano ai suoi tempi le vie, ch'egli ne accerta averne vedute fino all'altezza di due lance di lanzechenecchi; le volpi durante il giorno appiattate pei ruderi del Palatino vanno nella notte a bere nel Velabro. Ed anco ai tempi che corrono mandre di pecore, di bovi, e di cavalli selvaggi ti avvertono il deserto cingere attorno la citt

Immobile, la rocca sotto il braccio, il filo tra le dita, il fuso appoggiato allo stomaco, Maria seguiva con lo sguardo intento il calessino che si allontanava sulla strada bianca, deserta, sollevando nugoli di polvere. Il germe dell'odio. Il dottor Chiari non aveva parlato a vanvera: la Virginia moriva. Una cosa preveduta del resto.

Vedete che sciocco son io! gridò mastro Jacopo, interrompendo la cicalata del suo discepolo. Non credo alle alchimie di Tuccio e di Parri, e le tiro in ballo, io, per appiccicare a Spinello la malattia de' suoi compagni. I quali, in fede mia, non sanno nulla di nulla e parlano a vanvera da quei gaglioffi che sono. Perchè, vedi, ragazzo mio, l'arte si guaster

Era sempre così; una lotta continua, un ricambiarsi perpetuo d'impertinenze, che ci facevano godere amenissime scene: Miquelf non sapeva l'Italiano, il Ricci non conosceva neanche di vista il Francese, per cui noi si rideva e le cose del deposito andavano a vanvera. Dopo essermi assicurato che nulla di nuovo eravi al quartier generale, lasciai il mio tenente, e presi la Rue Condè.

Neppure si vergognò di averlo a confessare in quel punto; che a' suoi occhi, servire la signorina Maria e il signor Lorenzo, valeva quanto il viver d'entrata. Gli dolse in quella vece d'essersi lasciato sfuggire quelle parole di bocca, perchè da alcuni mesi aveva imparato a sue spese che cosa fruttasse il parlare a vanvera, e raccontare alla distesa i fatti suoi.