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Andrea Valier senatore che visse in quell'epoca memoranda, e che in que' fatti ebbe parte, se ne fece lo storico. La costui opera, pubblicata nel 1679, è libro sommamente importante; è uno de' più bei monumenti con che si onorasse la memoria di tanti generosi cittadini che prodigarono alla patria gli averi ed il sangue.

Non si conoscono leoni di Alvise Mocenigo IIche succedette nel 1700 al Valier, bensì di Giovanni Corner IIche dopo lui ebbe il ducato nel 1709. I costui leoni, rari come quelli del Morosini, non hanno altre variet

La Marciana e la Raccolta Correr possedono bensì il quarto di leone di Silvestro Valier, simile in proporzioni minori all'intero di questo doge, con un diametro di m. 0,030 e colle iniziali * F. T * nell'esergo dell'averso. Il quarto equivaleva a lire 1. 14 di nostra moneta, o a lire 2. 1/2 di computo nel Levante.

Ultimi nell'ordine cronologico si presentano alle nostre considerazioni sulle monete di Candia le gazzette ed i soldi. L'epoca del loro stampo sappiamo con precisione dalle memorie di zecca fra le quali si legge: [I[Le gazzette e i soldi di rame per Candia furono fabbricati l'anno 1658]I]. Non ricordandosi qui tuttavolta in qual mese si desse mano a quel lavoro, sarei incerto se attribuirli al ducato di Bertucci Valier o a quello di Giovanni Pesaro, il primo morto in quell'anno, il secondo in quell'anno stesso innalzato alla ducal dignit

Esposi superiormente per qual ragione s'abbia a riconoscere nella [I[moneta Grimani]I] un segno rappresentativo della lira veneta. Alcune sigle ricorrenti ne' due tipi che qui verrò illustrando li manifestano multipli di quel nummo. Infatti quello maggiore in diametro e in peso porta nel rovescio le iniziali L. X, mentre il minore ha invece L. V, ch'io vorrei interpretare [I[lire dieci]I] e [I[lire cinque]I]. Il Valier, nel passo più addietro riportato, parlando delle monete ossidionali di Candia sotto l'anno 1652 non ricorda se non le monete Grimani e ne tace il valore. Che quel nome abbia a dinotare il pezzo da 10 gazzette che porta l'anno 1646 è fuor d'ogni dubbio, perché vi leggiamo impresso il nome del capitano generale Grimani. Non credo peraltro avanzare un'ipotesi malferma nel conghietturare che ad altre monete successivamente battute fra i rigori dell'assedio si desse il medesimo nome che s'era dato alla prima. Certo è che i due nummi di puro rame che in breve descriverò dovettero subire il ritiro dalla circolazione, se sono oggi ridotti di gran rarit