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E seguitò nel corso dei secoli la tragica sfilata degli eserciti ai quali un tale valico dovette riuscire spesso più faticoso e micidiale che una battaglia.

Ogni sette anni il Sovrano superava il colle e scendeva, con signoresca accompagnatura, nelle terre de’ suoi fedeli vassalli Valdostani. Quel valico consacrava la sua sovranit

Maledisse allora i fati che 'l traeano a parer mancatore e spergiuro: per ansia e travaglio tre non prese alimento. Ma fur destri i suoi, che al terzo giorno toccavan Minorca. Quivi il re cibossi; valicò il mar fino a Cullera; e co' tre soli cavalieri, si trovò il diciannove maggio a Valenza.

E dopo che l'abate si fu qualcosa rifrancato, ed ebbe bevuta una larga sorsata di vino, continuò: Goccelino dunque corre subito alle scuderie, inforca il primo cavallo che gli si para alla mano e vola a Roma. Cuno era partito allora allora per l'abazia di Cluny. Goccelino gli tiene dietro. Appena e' si arrestava la notte per dare un po' di strame alla cavalcatura. Viaggiava solo, fosco come il turbine, furibondo come il tigre. Egli fece periglioso e stentato viaggio, scavalcò montagne di nevi eterne, valicò fiumi terribili, affrontò uragani, fame, incontro di belve feroci; e sempre in una tetra tensione di spirito, superò tutto, e giunse al monistero di Cluny. Non si nomò Chiese di Cuno suo fratello; ma questi era assente. Intanto gli fu proferta ospitalit

Qui finisce la triste storia del Piccolo San Bernardo. Il frequente scorrazzare di eserciti nostrani e stranieri fu a questi monti più causa di danno che di gloria. Il loro valico non fu mai interamente conteso ai soldati che vi salivano da questa o da quella parte; le sorti delle guerre non si decidevano fra queste gole selvaggie: nessuno di questi luoghi ebbe il gramo compenso di dar nome a giornate famose. La loro oscurit

Traverso in sogno la fabbrica di porcellana con le pazze calorie equatoriali. Valico montagne di burro e mi sveglio a Roma nell'oro ricco, rovente, dorato di un sole pacifista di burro sontuoso. Nella folla scorgo il poeta Mario Carli, capitano degli arditi ferito, ora direttore di Roma Futurista. Ecco Balla, veloce, paglietta con nastro a colori dinamici, cravatta di celluloide tricolore.

Per fortuna Nullo ebbe sentore di tanti diabolici preparativi, ed invece di prendere la strada diretta ad Isernia, fece obliquare la colonna a sinistra, valicò i monti ad oriente e gettossi nella vallata del Sangro che percorse sino ad Alfedena; varcò una seconda volta i monti, e per Rionero incamminossi sullo stradale che conduce ad Isernia.

Il cavallo correva a precipizio; chè comunque avvezzo a conoscere i pensieri del suo signore, ed eseguirli, pure questi gli teneva sempre gli sproni fitti nei fianchi, se ne avvedeva: trascorse quella landa, poi un'altra, e un'altra ancora; saltò macchie e fossati, valicò riviere, immergendovisi dentro fino alla testa: grondava il suo corpo sudore, e sangue, per anche si rimaneva.

Sappiate che in questo momento l'esercito italiano sforza il valico che avete abbandonato e penetrano in Austria. Domani l'esercito rosso sar

Ezio smanioso di tornare a casa sua, appena si sentì in grado di affrontare le noie del viaggio, fu come se avesse i carboni accesi sotto i piedi. Sperava che a cambiar aria, potesse rompersi quel sinistro augurio che gli pesava sul capo; ma non volle ritornare per la valle di Menaggio, temendo di ripassare troppo presto da luoghi ch'egli aveva ancora negli occhi. Mostrò invece il desiderio di scendere ad Argegno sul lago di Como a poca distanza da Villa Serena, attraversando il valico d'Intelvi. Lassù, a Lanzo e al Belvedere, era andato da giovinetto con suo padre e gli era rimasta la memoria come di siti incantevoli, d'aria frizzante e leggiera, di una luce trasparentissima, piena di azzurro. Deviando un poco, era facile raggiungere anche la vetta del Monte Generoso, famoso per la grandiosit