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53 Io te n'ho dato volentieri aviso; non ch'io mi creda che debbia giovarte: pur meglio fia che non vadi improviso, e de' costumi suoi tu sappia parte; che forse, come è differente il viso, è differente ancor l'ingegno e l'arte. Tu saprai forse riparare al danno, quel che saputo mill'altri non hanno.

NEPITA. Voglio che ti scalzi i guanti, vadi a lavar le scudelle, a nettar le pignate, a vôtar i destri e a far gli altri servigi di casa, intendi? ESSANDRO. Cleria padrona mi ha invitata per i suoi servigi. NEPITA. Son scuse tue. T'arai data la posta con qualche famigliaccio da stalla e or lo vai a trovar cosí mattino. ESSANDRO. Misuri gli altri con la tua misura.

FORCA. S'io resto, chi va; se vo, chi resta? PIRINO. Io andrò ad Alessandro, l'informarò e lo disporrò che vadi a mio padre, e gli darò i danari. FORCA. Ed io e Panfago andremo per le vesti, per gli bratti e per lo presente; e l'informerò per la strada dell'effetto che ará da fare, e ci troveremo in casa di Alessandro. PANFAGO. Ma mentre ci avviamo colá, fate voi che la tavola sia apprestata.

Non esageriamo, amico; è dovere d'ogni cittadino domandare l'intervento della legge laddove si scorgono tradimenti e delitti.... Havvi una giustizia le cui orecchie sono aperte per tutti; ella non aspetta che una parola per compiere inesorabilmente il suo dovere.... Pronunciamola codesta parola, e non vadi impunita un'azione infame... Che la giustizia sia per il conte la vendetta di Dio; la tua non arriverebbe infino a lui, o vi giungerebbe inefficace....

Bastiano vedendolo indeciso gli sussurrò all'orecchio: Vadi l

Poi sorridendo disse: <<Io son Manfredi, nepote di Costanza imperadrice; ond'io ti priego che, quando tu riedi, vadi a mia bella figlia, genitrice de l'onor di Cicilia e d'Aragona, e dichi 'l vero a lei, s'altro si dice. Poscia ch'io ebbi rotta la persona di due punte mortali, io mi rendei, piangendo, a quei che volontier perdona.

Voglio che vadi a dimandar di lui in qualche luogo e che non torni a casa se non me ne dái nuova interamente. E pregal quanto puoi da parte mia ch'io li vorrei parlar. FRONESIA. Mi metto in via. E lascia fare a me, ché non è un'ora ch'io l'ho parlato. Ma tu, se madonna gridasse, sappi trovar qualche iscusa. Ed io son qui in un punto. LÚCIA. Va', sorella: e sappi far.

O me sopra tutti gli uomini felicissimo, s'io possedessi un tal tesoro! CAPPIO. Che ordinate che si facci? GIACOMINO. Or che l'assenza di mio padre ci porge la commoditá, vuo' che subito vadi a Salerno.

Vedilo che va in . O Ruffo! o Ruffo! Non odi, Ruffo? RUFFO. Io pur mi volto vedo chi mi chiama. SAMIA. Aspetta! RUFFO. Chi è costei? SAMIA. M'hai fatta tutta sudare. RUFFO. Be', che vuoi? SAMIA. La padrona mia ti prega che or ora tu vadi da lei. RUFFO. Chi è la padrona tua? SAMIA. Fulvia. RUFFO. Donna di Calandro? SAMIA. Quella, . RUFFO. Che vuol da me? SAMIA. Ella tel dirá.

Non sappiam noi che le donne sono degne che oggi non è alcuno che non le vadi imitando e che volentieri, con l'animo e col corpo, femina non diventi? POLINICO. Altra risposta non voglio darvi. FESSENIO. Altro in contrario dir non sai.