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49 Zafir, rubini, oro, topazi e perle, e diamanti e crisoliti e iacinti potriano i fiori assimigliar, che per le liete piaggie v'avea l'aura dipinti: verdi l'erbe, che possendo averle qua giù, ne fôran gli smeraldi vinti; men belle degli arbori le frondi, e di frutti e di fior sempre fecondi.

Oh se anche adesso il papa volesse parlar alto, e quando uno si fa tiranno, negargli le consolazioni della religione, la comunione coi fratelli!» A Gorgonzola il re Enzo era caduto prigione dei prodi Lombardi: Ora vanno essi a prigione dei principi». Al ponte di Cassano i Milanesi avevano respinto Federico Barbarossa; una lega benedetta dalla croce, v'avea fiaccato l'orgoglio di Ezelino...; Treviglio stava libero ancora; Possa conservarsi

Guglielmo si vedea di Monferrato fra quei che morto avean la brutta fera; ed eran pochi verso gl'infiniti ch'ella v'avea chi morti e chi feriti. 54 In giuochi onesti e parlamenti lieti, dopo mangiar, spesero il caldo giorno, corcati su finissimi tapeti tra gli arbuscelli ond'era il rivo adorno.

32 Per tutto avea genti ferite e morte, la bassa plebe e i più superbi capi: anzi nuocer parea molto più forte a re, a signori, a principi, a satrapi. Peggio facea ne la romana corte, che v'avea uccisi cardinali e papi: contaminato avea la bella sede di Pietro e messo scandol ne la fede.

Ma, a dire il vero, esso v'avea la gola; che vivanda era troppo delicata: e riputato avria cortesia sciocca, per darla altrui, levarsela di bocca. 11 La damigella non passava ancora quattordici anni, ed era bella e fresca, come rosa che spunti alora alora fuor de la buccia e col sol nuovo cresca.

ARTEMISIA, SULPIZIA giovane. ARTEMISIA. Signora Sulpizia, vi bacio le mani. SULPIZIA. O signora Artemisia, perdonatemi, ché non v'avea visto. ARTEMISIA. Avete forse l'animo ingombrato di qualche travaglio, poiché non vedete le persone che vi stan dinanzi?

Io la vedevo ancora, analizzava il suo sguardo, il suo gesto, le sue parole. da prima v'avea posto mente, ma certo io non poteva andare errato: qualche cosa di segreto si passava nell'anima d'Ortensia. Che mai? Lo ignoravo.

Dacchè miei ceppi hai franto, e il subalpino Aere di novo, o sommo Iddio, respiro, Piena d'incanti è al guardo mio Taurino; Ma un caro ch'io v'avea cerco e sospiro. Qui Lodovico nacque, e parte visse De' diletti suoi giorni, e qui patìo, E presso a morte qui le ciglia affisse L'ultima volta sul sembiante mio.

L'animosa donzella di Dordona gli ha il ferro ai fianchi, e lo percuote e preme: vien con lui sempre, e mai non l'abbandona. Grande è il rumore, e il bosco intorno geme. Nulla al castel di questo ancor s'intende, però ch'ognuno a Ruggier solo attende. 76 Gli altri tre cavallier de la fortezza intanto erano usciti in su la via; ed avean seco quella male avezza che v'avea posta la costuma ria.

Benché signor di altri regni in Ispagna, non avea piú lasciato quello delle Due Sicilie da trentott'anni; v'avea combattuto a lungo, l'avea pacificato, ordinato, fatto riposare e risplender d'arti e di lettere; e compié i suoi benefizi a' sudditi napoletani, lasciando i regni spagnuoli e Sicilia a Giovanni suo fratello, ma Napoli distaccato, a Ferdinando suo figliuolo naturale.