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Ne' lineamenti di lui era l'espressione di una tremenda battaglia: colle mani nervose egli si stringeva il petto che gli balzava ansimante: smarrito, egli aveva levato in alto gli occhi lucenti come per chiedere un'ispirazione che venisse a sorreggerlo in quell'arduo momento.

Che cosa aveva indotto Diana a telegrafargli? Era stata un'ispirazione sua? O un suggerimento del medico? Se Giraldo aveva consigliato il dispaccio, le condizioni della bimba dovevano esser ben gravi!... E allora perchè non usare un linguaggio più esplicito? Perchè non dire: C'è pericolo imminente. La tua presenza è indispensabile?

Avrebbe potuto farsi tirar su in carrozza e tale era stata la sua intenzione in principio ma giunto alle falde del nido, ebbe un'ispirazione: far la strada a piedi, arrivare dinanzi alla bella, sbuffante e coperto di polvere... un tiro da maestro.

Cardello ebbe un'ispirazione; si mise in bocca il fischio da Pulcinella e fece sentire uno strillo, una specie di risata o di ringhio caratteristico. Bravo! Se no non si chetavano, disse Cardello, orgoglioso di vedersi approvato dal padrone.

Nel momento il più caldo e decisivo il generale d'artiglieria Auger ebbe un'ispirazione felice; seguendo il movimento dell'estrema destra riuscì a piantare, un dopo l'altro, 42 pezzi d'artiglieria sull'argine della ferrovia ed il loro fuoco a mitraglia fece orribili vuoti nelle file nemiche, e portò lo sgomento nelle brigate del e corpo che combattevano unite: i francesi e due battaglioni di bersaglieri italiani si slanciarono con impeto irresistibile contro il nemico che non resse all'urto tremendo, si ruppe e si dette alla fuga.

Il Bonaventuri continuava a fare degli sgorbi inutili sul suo taccuino, e di quando in quando alzava la testa, apriva la bocca e fissava il soffitto come un uomo che cerchi un'ispirazione o tenti di raccappezzare un'idea che gli sfugge.

Nella sua ingenua ammirazione per l'eroina del libro, la nostra Milla attinse un'ispirazione che le parve un'ammirabile misura preventiva. Nel terrore d'un pericolo, che pure non esisteva al momento, essa trovò il coraggio strano, inverosimile di scendere deliberatamente a incontrarlo.

Talvolta egli era pensoso, distratto; in quei momenti vagheggiava un concetto, domandava un'ispirazione, voleva creare. Questo era il suo dubbio, il suo contristato vaneggiamento: uscire dalla folla, levarsi sovr'essa con ardimento nobile, dominarla collo scettro del genio.

L'aiutante, pensoso, tra i mormorii e le risate del pubblico, passeggia un po' su e giù, davanti alla buca del suggeritore, poi si batte la fronte, come colpito da un'ispirazione, s'avvicina a una quinta e grida: Ol

Un giorno Cipriano ebbe un'ispirazione ardita. Vincendo la sua antipatia pell'Arconti, gli rivelò il suo amore per la sorella di Odoardo Selmi e i dubbi e i sospetti che gli laceravano l'anima. Roberto accolse con orecchio benevolo quelle confidenze, che non gli apprendevano nulla di nuovo, e dissipò le ombre che offuscavano la mente del giovane minatore. Egli stimava assai le virtù di Maria, ma non aveva per lei se non l'affetto che si può avere per una buona amica. Il suo cuore apparteneva ad un'altra. C'era nelle parole dell'ingegnere Arconti un tale accento di schiettezza che Cipriano ne rimase convinto e fece un passo di più; egli chiese a Roberto di usare in suo vantaggio il grande ascendente ch'egli aveva sull'animo della fanciulla. A ciò Roberto non assentì; egli non aveva nessun titolo per esercitare un'ingerenza di questa specie. Toccava a lui, a Cipriano, farsi amar da Maria; toccava a lui rivolgersi alla sola persona che avesse un'autorit